Ieri leggevo una statistica entusiastica da Il Libraio dove si dice che è in aumento il numero dei lettori in Italia. C'è però una certa preoccupazione perché il tempo medio dedicato alla lettura diminusce e facendo una media fra tutti arriva a poco più di due ore a settimana. In sostanza, sono 100 ore all'anno, che divise per le canoniche 8 ore di lavoro sono due settimane scarse all'anno. Non so come abbiamo fatto, ma anche il mondo del libro ormai riflette le tempistiche e i modi del mondo del lavoro in Italia, dove per i sondaggi TV e la politica i lavoratori aumentano, ma nei fatti solo con contratti stagionali, o part time, da stagista o con contratto a tempo determinato (i canonici tre mesi senza conferma), quando non sono in nero. Si sostituisce la mancanza di qualità della prestazione con l'euforia per la quantità, che in questo caso è talmente risicata che mi verrebbe da dire che due ore a settimana sono la somma delle volte che un tempo si dedicava alla lettura durante la defecatio quotidiana, quando sul cesso ci si portava un libro, ben sapendo che oggi in bagno ci si porta il telefono (e spesso soltanto per farsi i selfie).
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