Un paio di settimane fa mi ero preso uno strappo muscolare alla schiena. Pensavo fosse passato poi ieri ho avuto la geniale idea di potare la siepe con mio fratello. È finita che sto peggio di prima, come se avessi una sbarra di ferro che si conficca fra il fianco e l’inguine e poi si torce nella gamba. Adesso sono imbottito di antidolorifici ma stanotte ho sofferto come un cane e non riesco a trovare una posizione comoda perché che stia steso o seduto o in piedi mi fa male sempre. L’anno finisce, insomma, così com’era cominciato, con me che mi lamento di qualcosa che prima o poi passa o se non passa mi uccide (qualcosa mi ucciderà comunque prima o poi, quindi o la va o la spacca). Del resto la massima di ogni bravo poeta è quella: chi soffre tutto l’anno soffre pure a capodanno, e se non soffre si annoia.
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