La psicologa che mi dice Antò il tuo problema è che a un certo momento della tua infanzia tu hai scelto di essere il bambino buono, e da quel momento vai in loop, ogni volta che si presenta un problema riemerge il bambino buono che si carica dei problemi di tutti. Ma non va bene così, ogni tanto serve anche far emergere il bambino cattivo che risponde male e alza le mani se qualcuno si approfitta. Non è facile, ma solo così si crea un equilibrio.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
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martedì 9 gennaio 2024
mercoledì 8 aprile 2020
nuovi equilibri
Parlavo adesso al telefono con un amico di tutto ciò che non si potrà fare questa estate, e mi è venuto da pensare che, se non trovano il vaccino, non si potrà andare al mare. Forse è la volta buona che le spiagge riprendono un po' di fiato dalla presenza dell'uomo e si depurano, ritrovano un loro equilibrio ecologico, un po' come è successo a quei due panda nello zoo che hanno fatto finalmente l'amore dopo dieci anni. Noi ora ci commuoviamo della cosa o ne sorridiamo come se non ci riguardasse da vicino, ma nello zoo ce li hanno messi altri uomini, mica dio, mica gli alieni. E poi pensavo ancora che qualche mese fa ho scritto un post nervoso su come si perdevano i frutti di un albero di cachi che nessuno voleva più raccogliere, e invece se continua tutto questo bisognerà stare attenti che i frutti non vengano a rubarteli.
martedì 7 agosto 2018
presentare a casa
Ho da poco presentato il mio nuovo libro a Locorotondo. Per vari motivi, la presentazione di oggi è stata per me quella emotivamente più difficile, per cui sono contento che sia andata bene e che ci siamo divertiti. A tal proposito mi sento in dovere di ringraziare tutti, sia quelli che c’erano che quelli che non c’erano. Perché uno scrittore vive sempre in questo pazzo equilibrio, per cui gli è necessario chiunque, sia quelli che c’erano per ricordargli che ha degli amici che gli vogliono bene, sia quelli che non c’erano per ricordargli che la scrittura nasce sempre da una mancanza o da una perdita.
sabato 4 agosto 2018
squilibrio
Ieri sera, a cena, mi hanno fatto un giochino psicologico per determinare le cose a cui do priorità nella mia vita: è venuto fuori che al primo posto metto lavoro e carriera e all'ultimo me stesso. Sparpagliati in mezzo, nel calderone, famiglia, relazioni e quasi da ultimo denaro (io vengo dopo il denaro, per dire). Pare che su dieci persone sedute al tavolo, io sia stato l'unico a rispondere così ed ero quasi contento, si vede che sono modesto. Macché, mi hanno detto, la parte che riguarda te stesso dovrebbe stare al centro, dare equilibrio al tutto. Sei solo squilibrato.
sabato 15 aprile 2017
opzioni
C'è chi si sposa. Chi sposa la poesia. Chi prende un gatto.
Tutte e tre insieme sono troppe da gestire e infatti poi l'equilibrio scoppia. Però due alla volta è interessante e infatti, talvolta, qualcuno sceglie l'adulterio scartando una delle tre opzioni...
Tutte e tre insieme sono troppe da gestire e infatti poi l'equilibrio scoppia. Però due alla volta è interessante e infatti, talvolta, qualcuno sceglie l'adulterio scartando una delle tre opzioni...
mercoledì 15 luglio 2015
continuo a credere nel NO dei greci
Continuo a credere nel NO dei greci. Che poi non ci sarà nessuno a farsene nulla di quel NO mi dispiace ma non cambia di una virgola il fatto che sia stato pronunciato, non al bar e nemmeno in rete (per fare eco a Eco) ma espresso pubblicamente attraverso un referendum. Se poi i greci nell'equilibro globale non contano un cazzo, se sono stati ignorati, ingannati o mal guidati, e poi puniti e umiliati nella stanza dei bottoni, sono altre storie. Quello che dovevano fare, come popolo, lo hanno fatto. Con orgoglio. Per questo quel NO vale ancora, ha un senso. Dice esattamente ciò che provo.
giovedì 29 gennaio 2015
io e charlie
A toccare la fede degli altri li si rende cattivi. Ha ragione il papa. Me ne sono accorto l’altro giorno che ho fatto dell’ironia sulla Giornata della Memoria e un mio amico, cresciuto nei valori della Resistenza, s’è incazzato dicendomi: ci sono alcune cose sacre, questa è una, l’altra è il 25 aprile. Ne è una nato una sorta di litigio collettivo, assai antipatico, fra me, lui e altri che hanno commentato il post e alla fine, disgustato, ho cancellato tutto. Che scrivevo nel post? Per sommi capi che forse a incrementare il giorno della Memoria era l’industria cinematografica per produrre quei due o tre film all’anno da trasmettere a fine gennaio, subito dopo i cinepanettoni di Natale, e concludevo con l’infelice battuta: Natale a Dachau. Insomma, ci sono andato pesante, e così ho toccato i nervi scoperti di una fede laica. Lì mi sono accorto di una cosa, che proprio quel giorno, mosso dagli stessi identici motivi e con gli stessi identici modi, io sono stato Charlie Hebdo. Ma davvero Charlie, non come molti che lo hanno scritto per partecipare al dolore e poi basta. Ho fatto dell’ironia alla Charlie che ha portato per alcune ore un po’ di nervosismo a tutti, e nulla di realmente costruttivo. Sono stato Charlie e non ne vado per nulla fiero, aggiungo. Però mi viene da dire anche questo, che inneggiare alla libertà di satira o d’espressione – di qualsiasi genere e contro qualsiasi fede – se poi non si è pronti, per primi, a calarsi le mutande in piazza fa molto Europa, non quella illuminista di Charlie Hebdo ma l’altra più antica, più ferocemente radicata, dove tutti sono sempre un po’ impacciati con l’autocritica ma sempre bendisposti a dare del coglione al prossimo. Insomma, serve tanto equilibrio.
domenica 21 luglio 2013
non siamo forse vittime in amore?
Non siamo forse vittime in amore?
Chi prende nel dubbio
chi lascia e chi ne viene lasciato
ce ne stiamo in equilibro sul muro
e anche quando, ebbri di felicità
abbassiamo lo sguardo
ci accorgiamo dell’enorme distanza
che ci separa dalle nostre ombre.
Chi prende nel dubbio
chi lascia e chi ne viene lasciato
ce ne stiamo in equilibro sul muro
e anche quando, ebbri di felicità
abbassiamo lo sguardo
ci accorgiamo dell’enorme distanza
che ci separa dalle nostre ombre.
mercoledì 20 marzo 2013
equilibrio e splendore
Per chiudere il profluvio di post che, per festeggiare, ho caricato oggi sul blog, ho pensato che mancasse una solo una bella canzone. All’inizio mi ero indirizzato verso Songs: Ohia, gruppo americano il cui leader, Jason Molina è morto sabato scorso a 39 anni. Poi mi sono detto che preferivo qualcosa di meno funereo, e così a Molina dedicherò di sicuro un post nei prossimi giorni e invece oggi scelgo il pezzo di un altro un po’ artista.
John Martyn, di cui ho già pubblicato qualcosa in passato, appartiene a quella rara specie di artisti che attingono la propria arte direttamente dal cielo. Alla stessa specie di gente come Nick Drake, Tim Buckley o David Crosby. A differenza loro, Martyn si è sempre preso un po' meno sul serio e questo gli ha permesso nel tempo di mantenere l'equilibrio, di tenersi al di fuori di certe spinte autodistruttive che invece hanno rovinato gli altri. La qualità del suo lavoro resta comunque eccelsa. E tale miracoloso equilibrio fra scanzonata ironia e profondità del cuore ci sia sempre da esempio.
John Martyn, di cui ho già pubblicato qualcosa in passato, appartiene a quella rara specie di artisti che attingono la propria arte direttamente dal cielo. Alla stessa specie di gente come Nick Drake, Tim Buckley o David Crosby. A differenza loro, Martyn si è sempre preso un po' meno sul serio e questo gli ha permesso nel tempo di mantenere l'equilibrio, di tenersi al di fuori di certe spinte autodistruttive che invece hanno rovinato gli altri. La qualità del suo lavoro resta comunque eccelsa. E tale miracoloso equilibrio fra scanzonata ironia e profondità del cuore ci sia sempre da esempio.
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