Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
sabato 30 settembre 2023
monicelli "proibito"
venerdì 29 settembre 2023
se
Scocciato dall’ennesimo autore che mi scrive chiedendomi “se” pubblichiamo poesie, decido di mentire e rispondo che ci piacerebbe, ma come casa editrice non siamo interessati al genere. Mi risponde che capisce perfettamente il nostro discorso dal punto di vista economico, ma trova che sia una cosa importante riportare la poesia nelle librerie e quindi mi esorta a ripensarci, perché servono più fiducia e coraggio da parte di noi editori.
poeta in guerra
È da poco uscita per La Vita Felice una nuova e ad oggi unica antologia italiana di poesie del regista tedesco Heiner Müller, nella traduzione di Anna Maria Carpi su testi scelti da Durs Grünbein, titolo: NON SCRIVERAI PIÙ A MANO. Ho “incontrato” quest’autore splendido una quindicina di anni fa (aprile 2009), proprio attraverso le sue poesie, per merito del regista teatrale Carlo Formigoni che mi donò una raccolta ormai introvabile, “L’invenzione del silenzio” edita dalla compianta Ubulibri nella traduzione di Graziella Galvani e Peter Kammerer, che raccoglieva materiali dei suoi ultimi anni di vita, fra la fine degli anni ’80 e la metà dei ’90 del ‘900, nel quale Müller col suo stile livido, spezzato, privo di punteggiatura e inframmezzato di citazioni (fra colte e prosaiche), sempre pregno di un umorismo nero di chi guardava in faccia l’angelo della morte, sovrapponeva la tragedia storica della fine della Germania dell’est e dell’intero comunismo, con la sua personale tragedia di un tumore diagnosticato che lo avrebbe portato alla morte. Era la fine di due mondi – “due miserie” avrebbe detto Gaber – in un corpo solo. C’è un testo bellissimo, all’interno dell’antologia della Vita Felice (che recupera e ritraduce anche molti dei testi del volume Ubulibri), in cui Müller scrive che Tacito a un certo punto dei sui Annales si scusa perché, vivendo egli durante un lungo periodo di pace, la narrazione rischia di farsi a tratti noiosa: con me, aggiunge Müller, questo rischio non si corre. Non a caso la sua autobiografia, (edita in Italia da Zandonai a cura di Valentina Di Rosa, ma anch’essa ormai introvabile), costruita rimontando insieme una serie di interviste che creano quasi l’effetto di un ritratto estorto sotto interrogatorio, si intitola “Guerra senza battaglia”. La parola “guerra” è quella che più torna nella sua vita e nella sua opera. Nato alle soglie della seconda guerra mondiale, un’infanzia orribile vissuta nella fame più nera della Germania sconfitta e assediata dai russi, aveva assistito prima alla costruzione del muro di Berlino, scegliendo di vivere dalla parte est in uno stato di guerra fredda perenne, combattendo non uno ma ben due nemici – da una parte l’occidente consumistico, dall’altro la dittatura comunista che lo usava come ambasciatore culturale all’estero e intanto lo contrastava, censurava e puniva in patria. Aveva visto il suo maestro-rivale Brecht finire i suoi anni come un leone triste chiuso in una gabbia dorata, aveva visto sua moglie depressa che sceglieva di suicidarsi piuttosto che essere infelice in quel mondo. E in tutto questo aveva scelto, per non impazzire, di fare teatro. Un teatro che, nella maggior parte dei casi, recupera i classici in una operazione molto simile a quella che in Italia farà Pasolini: riscrivere, rivisitare il mito, che sembrava allora così lontano dal presente, quasi una forma di “passatismo”, per parlare proprio del presente attraverso il suo archetipo. Andare alla radice. In Italia sono editi alcuni suoi testi teatrali, con preziosissimi commenti sul suo teatro: il bellissimo “Filottete” (Il Melangolo) scritto dopo un durissimo scontro proprio coi vertici della DDR, quando Müller venne processato e condannato a fare pubblica ammenda per i contenuti “antisovietici” di un suo spettacolo in seguito alla delazione di alcuni compagni, “Anatomia Tito Fall of Rome” (L’orma) e più di recente una raccolta dei dei suoi testi teatrali a cura di Milena Massalongo, edita da Cue Press, una bellissima casa editrice specializzata in teatro e cinema che ha raccolto l’eredità di Ubulibri. Resta pressante la domanda, perché Müller scelse di rimanere lì, di farsi ancora più male, di non “evadere” verso l’ovest dove avrebbe avuto maggiore fortuna, libertà e successo? Forse perché, come scrive Cesare Garboli in un suo studio su Molière, “il male e l’intelligenza coincidono”, e soltanto nel male si affina (spietatamente) l’intelligenza. In essa la realtà viene messa alla prova e ciò che resiste all’intelligenza, aggiunge Lacan, è la verità.
mercoledì 27 settembre 2023
mal comune, mezzo gaudio
Incontro alla fermata del bus due simpatiche quanto sprovvedute signore sui 70 anni che da Lecce hanno deciso di farsi una passeggiata a Locorotondo. Sprovvedute perché invece di pagare un taxi, hanno pensato bene di risparmiare i loro soldi e prendere il treno, senza rendersi conto che dalla stazione di Fasano alla Valle d’Itria i collegamenti sono pessimi. Infatti, dalla stazione bisogna prendere il bus cittadino che porta in centro a Fasano e arrivati lì c’è un solo pullman della Sud Est (alle 10.00) che sale verso Locorotondo, ma se perdi quello sei bloccato a Fasano per il resto della mattinata. Le due simpatiche signore però vengono prese “a cavallo” da Luca Liconso che era andato a comprare i fiori. Quindi si ritrovano a settant’anni a fare il loro ingresso in Valle d’Itria facendo l’autostop sul furgoncino delle onoranze funebri. Insomma, una di quelle avventure che si può raccontare ai nipoti… Salvo che subito dopo la loro avventura viene di nuovo ostacolata perché si rendono conto che, non essendoci collegamenti adeguati fra paese e stazione nemmeno al rientro, devono necessariamente riprendere il pullman per Fasano delle 12.20 (che è l’unico fino alle 16.30) se no non sanno come arrivare il tempo per prendere il regionale per Lecce del pomeriggio. Fanno dunque un giro di una mezzoretta in paese e poi tornano di corsa alla fermata, dove le incontro. Una delle due mi dice che Locorotondo è bellissima ma continua a chiedermi: Perché? Perché un paese bello come questo non è collegato a nessuna stazione? – L’altra, più sardonica, mi dice: Io credevo che solo in Salento stessimo messi così male, e invece oggi sono contenta di scoprire che non siamo i soli! – Come si dice: mal comune, mezzo gaudio.
fase
Farsi venire (a 46 anni suonati) il mal di pancia per aver mangiato troppi biscotti... è vero che a una certa età si torna bambini, ma credevo di cominciarla un po' più tardi questa fase...
lunedì 25 settembre 2023
choderlos de laclos
mahleriana
Oggi Atelier – per vivace insistenza di Massimo D'Arcangelo – pubblica una scelta di poesie che ho scritto per mio padre, malato di SLA, durante l’estate prima della sua morte. Mahleriana, come titolo della suite, dall’adagietto della Sinfonia n.5 di Gustav Mahler, che ascoltavo mentre scrivevo il secondo testo (il più larkiniano) ma mi sembrava avere attinenza anche con le altre.
domenica 24 settembre 2023
le lettere
giovedì 21 settembre 2023
luce
La luce del futuro non cessa un solo istante di ferirci…
sabato 16 settembre 2023
lumachina
Io imparavo con lui tutto un dizionario nuovo per me, ma necessario, che comprendeva termini medici e scadenze improrogabili, i controlli del lunedì in ospedale, le molte tappe da affrontare per arrivare a una fine lenta e dignitosa, la varia gamma dei suoi stati d’animo o dolori, che si esprimevano in pianti muti ormai ma per diversi motivi, certuni stupidi, quasi tutti relativi alla sua frustrazione e impotenza.
Gli mancava la forza nelle mani, non riusciva nemmeno ad avvitare il barattolo dei biscotti, o abbottonarsi i polsini. Il collo gli cedeva senza molla. Annaspava sulle gambe spente e piano piano, pensai, mentre cercava di respirare, si stava ripiegando su se stesso simile a una foglia autunnale che ridisegni un cerchio. Ma era in fondo più simile a una lumachina che trasmigri da una casa all’altra portandosi dietro le sue cose.
Io lo accompagnavo per le stanze sorreggendolo per le mani, con la paura che cadesse e ogni sera gli massaggiavo gli arti esangui strofinandoli fra i palmi caldi per dargli sollievo dal primo gelo della morte, così come aveva fatto lui a suo tempo con mio nonno.
Ecco come mio padre mi passava il testimone, depositandosi fra le mie mani. Ero il padre ormai per questo vecchio, ben sapendo come a un certo punto avrei dovuto lasciarlo andare solo, da buon figlio che rimane e seppellisce il padre e fa della sua vita una casa sola.
venerdì 15 settembre 2023
due scene di comune assurdità alla veglia di mio padre
Per la veglia, hanno appena composto il corpo di mio padre nella bara al centro della stanza. Già da un paio d’ore hanno cominciato ad arrivare i parenti e i primi amici. Mamma sta seduta accanto alla bara, io entro ed esco dalla stanza perché non riesco a guardarlo. Entra un uomo di mezza età, alto, imponente, si avvicina alla bara, guarda a lungo mio padre, poi va da mia madre e senza salutare le chiede a bruciapelo, con tono inquisitorio: Quando è successo? – Stanotte, mentre dormiva. – Siamo sicuri? – Certo. – E dov’è morto? – Qui in casa, nel suo letto. – Com’è morto? – Ha avuto un blocco respiratorio. – Il tipo la fissa come per metterla alla prova, tanto che per un attimo mi chiedo se non sia un poliziotto. Si piazza al centro della stanza, allunga la mano verso il corpo di mio padre come se fosse un Giulio Cesare a teatro, e attacca un’orazione a voce alta e ferma: – Guardate, questi sono gli effetti di una politica assassina e criminale che ci sta uccidendo tutti, uno per uno, nessuno escluso, che ci vuole tutti morti. Per fortuna stiamo cominciando ad alzare la voce, era ora! Per fortuna stiamo cominciando a ribellarci e lottare. Io e mia moglie siamo fieramente No Vax e lo diciamo a testa alta. Noi non ci faremo schiacciare la testa! – Poi si gira, batte il pugno sulla cassa per salutarlo e dice: – Giovanni, sarai vendicato! – Si gira e, senza salutare, senza nemmeno farci le condoglianze, se ne va. Solo allora mia madre ha il coraggio di chiedermi: Scusa, ma quello chi è? – Il giorno dopo viene a trovarci un altro amico. Entra, saluta tutti dandoci le condoglianze, stringendoci forte le mani. Finché non arriva una nostra parente che lo guarda terrorizzata dalla porta, mi richiama con forza agitando la mano: Antonio, ma chi lo ha fatto entrare quello? – Perché? – Sua moglie ha il covid, è chiusa in casa col covid da ieri! Sta malissimo! E quel pazzo se ne va in giro così! – Per fortuna le finestre solo ben spalancate, ma non appena il tipo saluta ed esce dalla stanza, compare dal nulla una bottiglietta di amuchina che viene fatta girare fra i presenti perché tutti si disinfettino con cura le mani. Una mia vicina, che è persona buona ma eccessiva, mi chiede se non è il caso di passare con l’amuchina anche le mani del morto.
mercoledì 13 settembre 2023
queste cose
La marea di gente che da ieri mi racconta storie che non conoscevo sulla tua vita e quanti mi dicono: Come era orgoglioso di te, quanto parlava bene di te, quanto ti voleva bene. Mi avessi mai detto una sola volta ti voglio bene. Perché queste cose le devo venire a sapere sempre dagli altri?
sabato 9 settembre 2023
nella sfortuna
fiducia
È molto bello questo clima di fiducia reciproca che si respira quotidianamente nell’ambiente editoriale. Parli con un libraio al telefono e ti dice che le recensioni su siti e giornali non servono a vendere i libri, infatti lui non ne ha venduto uno. Parli con un amico che scrive sui siti e ti dice di lasciar perdere le librerie, che non servono a nulla se confrontate al potere di vendita di Amazon. Vorresti parlare con quelli di Amazon, che un giorno sì e uno no ti causano un problema se sei un venditore, ma ogni volta è come infilarsi nel castello kafkiano. Così parli con uno scrittore amareggiato, che ti dice che gli editori non servono più a nulla nel mondo a venire e se deve fare tutto l’autore per promuoversi è sempre meglio pubblicare con Amazon e sperare in un colpo di culo come Vannacci. Ieri, per chiudere il cerchio, parlavo con una ragazza che si è innamorata di alcune poesie di una mia autrice che ha letto, appunto, su un sito. Le ha amate al punto da screenshottarle per tenerle sul telefono, ma mi chiede se posso fargliene leggere altre. – Se ti piacciono tanto, perché non compri il libro? – Eh, ma due poesie non fanno mica una poetessa, e se poi il libro è una sòla? – Mi chiede allora il PDF del libro per avere conferme, e già che c’è mi manda in cambio il suo per una valutazione “sincera”.
venerdì 8 settembre 2023
integratori
Per due mesi aspetti che ti arrivi in farmacia ospedaliera, a Putignano, un integratore alimentare parecchio costoso, prescritto in ospedale perché necessario a tuo padre per nutrirsi giornalmente e a cui avresti diritto per legge. Intanto che aspetti che arrivi, perché come ti dicono in farmacia ospedaliera “la ditta non ce lo sta inviando, ma stiamo reclamando”, sopperisci comprandone a tue spese un altro (20 euro a confezione) che la farmacia non può darti perché “non c’è stato l’appalto”. Dopo due mesi, stufo di spendere così tanti soldi, chiami tu direttamente la ditta che lo fabbrica per capire che succede, e parlando con un impiegato scopri che il tale medicinale non è più in produzione da mesi. Ma questo non lo sapeva né il dietologo della ASL di Brindisi che te lo ha prescritto, né la farmacia della ASL di Bari che gestisce suddetti “appalti” sui medicinali di tutta la provincia, né la farmacia ospedaliera di Putignano che lo ha ordinato, né chi, da lì, dice di aver fatto il reclamo alla ditta. In mezza Regione, insomma, non lo sapeva nessuno, e va bene, ma vorrei sapere allora, visto che io con una chiamata di dieci minuti ho scoperto che non esisteva più, loro chi hanno chiamato negli ultimi due mesi? Quando gliel’ho detto sono cascati dalle nuvole. Si sono quasi offesi. E adesso ricomincia la trafila per farsi assegnare un altro integratore.
giovedì 7 settembre 2023
guaricci alla greca
logo
Ragazza mi fa notare come il logo di Pietre Vive sia eccessivamente "patriarcale". – Madonna, e io che mi ero ispirato ai fauni danzanti di Matisse... – La citazione colta non attacca, né basta a nascondere la colpa. – E cosa potrei fare allora per correggere il tiro? – Ad esempio io gli taglierei il pisello!
mercoledì 6 settembre 2023
tiro al piccione
sabato 2 settembre 2023
che sarebbe successo...
Ieri leggevo un libro di Angelo Panarese, Risorgimento tradito (Capone) in cui, con taglio fortemente gramsciano, si parla del fallimento sia economico che culturale (nella formazione di uno spirito nazionale) dei Savoia nella gestione del regno italiano dopo l’unità (fallimento che avrebbe portato al fascismo), e mentre leggevo mi sono chiesto – a parità di condizioni economiche fra Nord e Sud prima dell’unità, a parità di monarchie zoppicanti che li governavano, a parità di interessi economici internazionali sull'Italia dell’epoca – che sarebbe mai successo se Garibaldi coi suoi mille volontari quel lontano giorno del 5 maggio 1860, gridando “Viva l’Italia”, invece di partire da Quarto nei pressi di Genova, si fosse imbarcato a Napoli risalendo lungo lo stivale invece di fare rotta a sud.