sabato 11 gennaio 2025

Oggi mio fratello, insolitamente gentile, mi ha fatto un bel complimento, ha detto che per quanto e come lavoro (impegno + qualità) io dovrei percepire un’entrata di almeno 5000 euro al mese, da alto professionista insomma. Invece, ed è la tragedia di questo paese, guadagno quanto una donna delle pulizie. Né sono il solo. Si realizza in quelli come me, insomma, l’ideale socialista che vuole tutte le classi professionali – da quella intellettuale alla manuale – livellate sullo stesso piano di parità, purtroppo però un piano al ribasso, non elevando le più umili a una condizione migliore, ma abbassando tutte le altre a un piano inferiore della scala economica e della dignità.

giovedì 9 gennaio 2025

l'odore

Ci sono alcuni angoli del mio paese che puzzano di piscia fresca di cani con una tale intensità da rievocare le nostre tradizioni. Pisciapizzùle venivano chiamati un tempo gli abitanti del borgo per distinguerli dai contadini, quelli che non avendo i campi intorno per svuotarsi lo facevano nei vespasiani o negli angoli di strada, imprimendovi il proprio odore di poveri. Stamattina passeggiando per il paese, ho rievocato questo passato di cafoneria cittadina, anche se poveri non lo siamo più.

mercoledì 8 gennaio 2025

voce

Nel sogno ero talmente lontano dalla voce che mi chiamava – in un mondo tutto fatto di sordomuti che comunicavano i loro sentimenti fotografandosi l’un l’altro, e regalandosi foto dove i visi erano semicancellati dai flash – che non riuscivo a svegliarmi. – E se non volessi tornare? chiedevo, ma nessuno lì poteva rispondermi. Nessuno tranne la voce che sentivo chiamarmi – Antonio, Antonio – e non sapevo dov’era, né in che modo raggiungerla. Che sogno diabolico, pensavo.

domenica 5 gennaio 2025

anno di grazia

Gli amici mi fanno gli auguri: Ti donano i 50. Sfido, in realtà son 48, me li aggiungo io così sembro più giovane. Del resto lo dice anche la Smorfia, 48 morto che parla. Si entra, insomma, nel mio anno di grazia.

sabato 4 gennaio 2025

poesia come resistenza

Chissà se tutti quelli che scrivono che la poesia è una forma di resistenza dentro di sé si immaginano come un piccolo partigiano armato che va per montagne e vicoli di città assediate sparando agli invasori che parlano un'altra lingua, un tempo detti barbari; oppure se, all'opposto, si credono proprio loro i barbari venuti a sconvolgere l'impero. E chissà che colonna sonora gli parte ogni volta nella testa.

giovedì 2 gennaio 2025

editori, distributori, librerie

Stando all’elenco degli Editori Italiani registrati su Arianna, che è un Catalogo tematico, oggi, 2 gennaio 2025, ci sono in Italia 3.158 editori attivi: non sono tutti, perché sono soltanto quelli che si sono registrati (a pagamento) su Arianna. Tutti quanti insieme, gli editori in giro dovrebbero essere fra i 5 e i 6000, e incredibilmente ancora non bastano a soddisfare i bisogni di un pubblico che non fa altro che scrivere, scrivere, scrivere, senza mai riposare. Non a caso, tutti questi editori che sfornano milioni di libri, vengono messi in circolazione da circa una quindicina di distributori a carattere “nazionale”, più vari altri “regionali” e “provinciali”, che fondamentalmente guadagnano in percentuale sul prezzo di copertina del libro più di quanto entri nelle tasche di autori ed editori, se alla fine qualcosa entra. Di questi distributori il primo, oggi, 2 gennaio 2025, per numero di clienti, stando ai dati Arianna, è ALI (901 editori), che scalza dal podio Messaggerie (837), seguono Libro Co. (619), CDA (321) e Terminal (211) con cui ho lavorato negli ultimi mesi. Poi certo bisogna dirsi le cose come stanno: ALI è Mondadori e Messaggerie è Feltrinelli. Il più grande grossista italiano, per tutti gli altri, è Fastbook, ovvero Feltrinelli. E quindi se chiedi a un qualsiasi libraio, anche di quelli che si dicono orgogliosamente “indipendenti”, quali sono i primi tre fornitori con cui, per necessità o comodità, lavorano, ti risponderanno tutti inevitabilmente: ALI, Messaggerie e Fastbook, ovvero Mondadori e Feltrinelli. Quindi “indipendenti” sì, ma proprio come noi fino a un certo punto, e, in alcuni casi va detto, soltanto a parole.