Oggi ho scoperto che una mia amica presto diventerà mamma. Stamattina è venuta a trovarmi col suo compagno e abbiamo parlato di musica, di sacro e profano, di matti e persino di poesia sufi. E visto che lei è cattolica e lui musulmano la bambina in arrivo, credo, si prende il meglio di ogni cosa: la bellezza, la tollerenza, la pietà, la curiosità e l'apertura, insomma il meglio della cultura del Mediterraneo, che gente ignobile e spesso al potere cerca quotidianamente di negare, ma che va avanti lo stesso nonostante loro.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
martedì 28 febbraio 2017
lunedì 27 febbraio 2017
urgenza / gli ospiti
Scrive lettere piene di urgenza alla moglie che lo ha allontanato a causa del suo egoismo di scrittore. Da che è morto, occupa la casa del fratello, si occupa dei gatti, annaffia l’orto. Quando può parla con le piante ordinate in lunghe file, i pomidori, le melanzane e i sedani, proprio come faceva lui e non si sente per nulla più stupido, anche se lo prendeva in giro. Si è dato un regime assai rigido, quasi monacale, per non soccombere alla sua disperazione. Si sveglia prima dell’alba per scendere verso l’orto, ancora assonnato e umido. Poi siede alla scrivania fin quando i gatti non vengono a reclamare la loro ciotola piena. Allora si ricorda di mangiare e approfitta della loro compagnia per sentirsi in famiglia. Scrive ancora finché c’è luce, e passa le ultime ore del giorno aggirandosi per la casa vuota che si spegne nel tramonto. Ogni volta la sente meno sua. Non la capisce a fondo. Gli ricorda suo fratello. Eppure vuole risolvere il mistero della casa. Perché ogni stanza è occupata da così tanti divani, da cinque a sette per camera? A chi sono stati riservati? Quali ospiti stanno ancora aspettando?
domenica 26 febbraio 2017
l'ultimo ciack
Ieri ho scoperto che l'ultimo libro pubblicato in vita da Tonino Guerra (escludendo le due brutte antologie realizzate da Bompiani) è un diario di viaggio in Russia, una sorta di controsceneggiatura colma di appunti con lo stesso titolo di Tempo di viaggio, documentario realizzato insieme a Andrej Tarkovskij nel 1983, quando i due esplorarono l'Italia alla ricerca di scenari adatti a girarvi Nostalghia. Fino all’altro giorno credevo fosse Arrivano le donne, omaggio alle donne delle sua vita attraverso una serie di brevi affettuosi ritratti. Invece scopro adesso questa esigenza di pubblicare per ultimo un diario di viaggio in risposta al viaggio di trent’anni fa di due amici, due stranieri alla ricerca di una lingua comune, alla ricerca di un paesaggio ideale per ambientarvi la storia della morte di un poeta, e la trovo una scelta assai più malinconica ma giusta. Come se quel viaggio non fosse finito, e il regista russo lo aspettasse per dare il ciack all’ultima scena mai realizzata.
sabato 25 febbraio 2017
una cosa orribile
Oggi ho fatto una cosa orribile. Mi sono distratto un attimo e ho comprato tre libri. Così, senza nemmeno pensare alle conseguenze. Adesso il portafogli piange di là in maniera quasi straziante, e io non so più come consolarlo. Ho provato anche ad avvicinarmi per chiedergli scusa, ma lui mi ha girato le spalle offeso e ormai è sul piede di guerra. Sono veramente una brutta persona. Mi sento in colpa. Credo che questa nostra storia non avrà futuro.
l'esistenza dei tg
Ogni volta che guardo il Tg mi si rivolta lo stomaco a tal punto che mi chiedo perché continuo a infliggermi questa tortura ogni giorno, puntalmente, per giunta all'ora di pranzo. Mezz'ora concentrata di stupidità e brutalità umana senza possibili giustificazioni. Siamo dei pazzi sadici per fare tutto questo male e poi riguardarcelo. Non vedo altro motivo all'esistenza dei Tg.
il sentimento selvaggio
La precocità e la concentrazione, l’ambizione all’infinito e una spossante volontà di fuga, l’amore virile e il capriccio infantile, la disillusione civile che si trasforma in rivolta privata. La ragione spietata e il sentimento selvaggio. Ci sono volte che se leggo Leopardi mi sembra di toccare il corpo vivo di Rimbaud e se leggo Rimbaud mi sembra di capire un poco meglio Leopardi, come lo stesso Leopardi forse non s’era capito.
giovedì 23 febbraio 2017
tema
Oggi a scuola ho dato questa traccia ai ragazzi. Ve la giro nel caso voleste provarci anche voi.
Immagina sia il compleanno di una tua amica carissima. E lei ti porta una fetta di torta perché tu la mangi con lei. Tu però la assaggi e ti accorgi che il suo sapore ti dà la nausea. Solo che sai che lei ci tiene tanto, per cui non vuoi dirle che ti fa schifo, non la puoi buttare via e allo stesso tempo non riesci a mangiarla.
Scrivi un dialogo in cui, mentre lei ti invoglia a mangiare, cerchi di prendere tempo con una serie di battute che la tengano impegnata mentre pensi a come tirarti fuori dal problema, rapidamente ma senza offenderla. Mentre lo fai, come commento a questo dialogo, fai una serie di battute rivolte al pubblico (voce fuoricampo) in cui ti sfoghi e riveli i tuoi veri sentimenti. È ammesso anche il turpiloquio, ma senza esagerare.
aggiornamenti su rivelazione
Negli ultimi due mesi, preso da una sorta di febbre creativa dovuta forse ai miei raggiunti 40 anni, ho rimesso mani ad alcuni lavori già scritti, e fra gli altri ho ricominciato a lavorare a Rivelazione. Anche in vista di una possibile ristampa. Così, cercando di riempire alcune falle, smussarne gli spigoli, dare maggiore rotondità alla terza sezione del libro che è un po' esile perché avevo fretta di farlo uscire come omaggio ai miei nonni appena scomparsi, ho tirato fuori una trentina di brevi apologhi che si incastrassero, emotivamente e logicamente, fra quelli presenti nel libro. A un certo punto mi è venuta voglia di provare a unire i frammenti e trasformare queste storie in un romanzo unico, ma poi mi sono arreso alla loro evidenza di essere brevi boccate d'aria con cui affacciarsi di sotto, ma insufficienti a un'immersione vera e propria. Va bene così, immagino. Tenendo la testa di sotto ti godi l'azzurro toccato dai raggi di sole sul pelo dell'acqua. Di abissi e di buio se ne sono visti anche troppi e li lascio volentieri a subacquei più esperti di me.
martedì 21 febbraio 2017
segretario in vacanza
C’è ancora qualcuno che ci prova a Sinistra?
Voglio dire che penso che UN SACCO di gente si è chiusa
a furia di sentirsi solo una tastiera rotta
aggredita senza produrre alcun suono.
Quando tutti si lamentano costantemente
senza risolvere il problema ci si rompe, cazzo.
Non servono Tweet squillanti ogni mese a decine
se non risolvi il problema e la gara è resa
inutile dalla massiccia perdita di giocatori.
Tutto questo manca di buon senso comune, cazzo.
Ogni volta che ci penso il mio stomaco si rivolta.
Ho solo bisogno di (almeno) un paio di settimane
lontano da tutto questo per ricaricarmi. Lascio dunque il campo
a te se ci credi. Puoi prendere il mio posto
come segretario del congresso. CLICCA QUI
e compila il Form per una dimostrazione pratica
di come funziona. Non è complesso, tutt’altro.
Tutti possono imparare facilmente, anche senza esperienza.
Basta applicarsi! Compila il campo coi tuoi dati
per i dettagli fiscali. Non te ne pentirai.
M.
Voglio dire che penso che UN SACCO di gente si è chiusa
a furia di sentirsi solo una tastiera rotta
aggredita senza produrre alcun suono.
Quando tutti si lamentano costantemente
senza risolvere il problema ci si rompe, cazzo.
Non servono Tweet squillanti ogni mese a decine
se non risolvi il problema e la gara è resa
inutile dalla massiccia perdita di giocatori.
Tutto questo manca di buon senso comune, cazzo.
Ogni volta che ci penso il mio stomaco si rivolta.
Ho solo bisogno di (almeno) un paio di settimane
lontano da tutto questo per ricaricarmi. Lascio dunque il campo
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Tutti possono imparare facilmente, anche senza esperienza.
Basta applicarsi! Compila il campo coi tuoi dati
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M.
lunedì 20 febbraio 2017
inventarsi un lavoro
Stamattina riflettevo su una cosa che ci dicevano qualche anno fa per tamponare la delusione della mia generazione precaria. Ci dicevano: il posto fisso non esiste più, per cui ti devi inventare un lavoro. Che è uno slogan bellissimo legato a un'idea parecchio stupida. Che significa: ti devi inventare un lavoro? Un lavoro esiste in base a un bisogno reale. Se c'è bisogno di una cosa allora c'è bisogno di qualcuno che ottemperi a quel bisogno e allora c'è lavoro. Se non c'è abbastanza bisogno di quella cosa allora non c'è lavoro. Io penso e dico che la gente ha bisogno di più libri ma se la gente non la pensa come me allora ahivoglia a lavorare intorno ai libri. Non ti puoi inventare i bisogni degli altri. E soprattutto se il bisogno è quello di lavorare e basta, io che faccio: mi invento un lavoro in cui do lavoro agli altri e mi faccio pagare da loro per questo? Mi pare di averlo già sentito.
domenica 19 febbraio 2017
pranzo di famiglia
Mangiamo risotto, mentre guardiamo la diretta dell'Assemblea del PD.
"Ci pensi?" dico a mio fratello. "Stiamo assistendo a un momento storico, la morte del PD..."
"Ma mica la morte loro..." risponde mio fratello.
"Ci pensi?" dico a mio fratello. "Stiamo assistendo a un momento storico, la morte del PD..."
"Ma mica la morte loro..." risponde mio fratello.
sabato 18 febbraio 2017
misteriosa donna ucraina
Mi piace urlare forte se dura il sesso.
Mi piace se ogni cosa fa rima per amore.
Viagra.
Cialis.
Leigra.
Online.
Non vorresti passare un San Valentino diverso
con me nel mio letto?
Non vorresti scoprire fin dove
ti dura l’amore?
Ti posso invitare da me o venire con te.
Non vorresti consumarmi e conoscermi?
Giannina
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Giannina
il re all'ereditiere
Buongiorno
il mio nome è Francis King
e lavoro come avvocato
per un grosso studio in Argentina.
Sono esecutore testamentario
di un facoltoso emigrato italiano
che porta lo stesso Vostro cognome
e morto durante un incidente
lasciandomi in custodia il suo denaro
in un conto destinato alla figlia
morta insieme a lui nell’incidente.
Abbiamo tentato più volte
di contattare i suoi parenti lontani.
Ma da indagini esaustive
(per quanto limitate dall’etica professionale
che ci obbliga a operare con cautela
e con riservatezza estrema
quando si tratta di clienti con simili
conti in banca) ci è stato
impossibile identificare un valido erede.
Così da ora e in qualsiasi momento
il lascito del mio cliente
potrebbe essere dichiarato inutilizzabile
e confiscato di conseguenza
dalle nostre Autorità
che prescrivono come OBBLIGATORIA
la presenza di un erede in carne e ossa.
Per aggirare il problema
e garantire una successione
al fondo di cui sono guardiano
ho bisogno dunque del Vostro aiuto.
Mio caro amico dopo lunga ricerca
ho trovato il Vostro nome che soddisfa
tutti i requisiti legali di un beneficiario
essendo identico a quello del defunto.
Sono certo che nessun altro
potrà rivendicare tali fondi, dunque
col mio aiuto sarà facile
disbrigare ogni pratica in breve
e con piena soddisfazione di entrambi.
Vi scrivo anche per chiedere il Vostro consenso
a presentarVi qui come l’erede più diretto
poiché Voi portate lo stesso cognome
in modo che i proventi
siamo presto versati e preferibilmente
su di un conto straniero
fuori del controllo delle nostre Istituzioni.
Ho già tutte le informazioni necessarie
per convalidare la Nostra affermazione.
Tutto quello che Vi chiedo
è la Vostra collaborazione e la fiducia.
Tutto quanto posso dirVi
è che il compenso sarà tale
da valere ogni sforzo.
Al ricevimento della Vostra risposta
Vi fornirò un numero sicuro di telefono
attraverso cui pianificare ogni dettaglio
di questa operazione delicata.
Rispondetemi dunque quanto prima
ma solo attraverso la mia e-mail privata.
Cordialmente Vostro
Francis King, avvocato
il mio nome è Francis King
e lavoro come avvocato
per un grosso studio in Argentina.
Sono esecutore testamentario
di un facoltoso emigrato italiano
che porta lo stesso Vostro cognome
e morto durante un incidente
lasciandomi in custodia il suo denaro
in un conto destinato alla figlia
morta insieme a lui nell’incidente.
Abbiamo tentato più volte
di contattare i suoi parenti lontani.
Ma da indagini esaustive
(per quanto limitate dall’etica professionale
che ci obbliga a operare con cautela
e con riservatezza estrema
quando si tratta di clienti con simili
conti in banca) ci è stato
impossibile identificare un valido erede.
Così da ora e in qualsiasi momento
il lascito del mio cliente
potrebbe essere dichiarato inutilizzabile
e confiscato di conseguenza
dalle nostre Autorità
che prescrivono come OBBLIGATORIA
la presenza di un erede in carne e ossa.
Per aggirare il problema
e garantire una successione
al fondo di cui sono guardiano
ho bisogno dunque del Vostro aiuto.
Mio caro amico dopo lunga ricerca
ho trovato il Vostro nome che soddisfa
tutti i requisiti legali di un beneficiario
essendo identico a quello del defunto.
Sono certo che nessun altro
potrà rivendicare tali fondi, dunque
col mio aiuto sarà facile
disbrigare ogni pratica in breve
e con piena soddisfazione di entrambi.
Vi scrivo anche per chiedere il Vostro consenso
a presentarVi qui come l’erede più diretto
poiché Voi portate lo stesso cognome
in modo che i proventi
siamo presto versati e preferibilmente
su di un conto straniero
fuori del controllo delle nostre Istituzioni.
Ho già tutte le informazioni necessarie
per convalidare la Nostra affermazione.
Tutto quello che Vi chiedo
è la Vostra collaborazione e la fiducia.
Tutto quanto posso dirVi
è che il compenso sarà tale
da valere ogni sforzo.
Al ricevimento della Vostra risposta
Vi fornirò un numero sicuro di telefono
attraverso cui pianificare ogni dettaglio
di questa operazione delicata.
Rispondetemi dunque quanto prima
ma solo attraverso la mia e-mail privata.
Cordialmente Vostro
Francis King, avvocato
venerdì 17 febbraio 2017
disgusto
Tre minuti ho visto della nuova trasmissione della Clerici solo per rendermi conto, con vero stupore, di come sia riuscita a scendere ancora più in basso di quanto avesse mai fatto finora. In una sola trasmissione è riuscita a mettere insieme il peggio dei format della televisione italiana che tanto piace agli abbonati Rai: i bambini canterini messi in mostra come carne da macello, i talent buoni per tutti ma con la giuria pagata apposta per spezzare le gambe, e le amate storie di disperazione famigliare che tanto ci commuovono perché ci fanno sentire buoni e fortunati insieme. Praticamente la latrina in cui sguazza questo Paese riassunta da una donna furba e arrivista che ha fatto della parola ipocrisia sinonimo di qualità. Sono disgustato.
il giudizio più triste che ho letto su paterson
Già odio la mia quotidianità grigia e senza scampo. Perché dovrei amare un film che fa del suo centro la stessa quotidianità che vivo io, dicendomi che in essa v'è racchiusa una poesia che io non sono in grado di vedere?
un altro
Stanotte ho sognato di riscrivere da capo un mio libro, Rivelazione, un insieme di prose poetiche e novelle inframmezzate da una manciata di poesie, e di farne invece un romanzo riempiendo le falle fra le sue molte storie. La cosa fantastica, nel sogno, era vedere le reazioni dei lettori alla sua uscita. Tutti mi dicevano: Ecco, così è più bello, ora sì che si può leggere. Ma alla fine non vendeva una sola copia in più della versione precedente. Mio fratello, da bravo grillo parlante, a commento della cosa mi diceva: Il problema non è la storia in sé o come viene raccontata, ma chi la racconta. Se al posto tuo c'era un altro il libro aveva più successo.
mercoledì 15 febbraio 2017
domenica 12 febbraio 2017
con cognetti
Io, Miles e Paolo Cognetti durante la presentazione di Le otto montagne al Docks 101. Foto di Pepecchio.
sabato 11 febbraio 2017
modernità di leopardi
Scrive l'editore Luca Sossella sulla sua pagina Facebook:
Baudelaire usa il termine flâneur (con valore simbolico) su Le Figaro nel 1863 e Benjamin lo riprende nei Passages dal 1925… Nel 1995, quando organizzai con Ferruccio Montanari, Patrizia Novajra, Aldo Busi, la famiglia Leopardi di San Leopardo la comunicazione della mostra Il giovane Giacomo, la prima delle tre a Recanati, poi seguirono Giacomo e la scienza e Giacomo e la memoria, ho scoperto un testo scritto da Leopardi nel 1832 che raccontava la volontà di progettare una rivista, "Lo Spettatore fiorentino", (che non vide mai la luce).
Nel preambolo presentato per ottenere la licenza di pubblicazione Leopardi scrive: «Se in italiano si avesse una parola che significasse quello che in francese si direbbe le flaneur, quella parola appunto sarebbe stata il titolo sospirato: perché sottosopra il mestiere dei futuri compilatori del nostro Giornale, è quello che si esprime col detto vocabolo francese. Ma nella lingua italiana, benché ricchissima, non si trova mai una parola di questo genere.»
Mi chiedo, come gli è venuto in mente, come mai Giacomino ha pensato il termine così "moderno", e intraducibile, flâneur nel 1832, dove lo ha letto con quel significato così “metropolitano"?
Ho chiesto un parere al raffinato filologo leopardista Claudio Colaiacomo, ma ne sa quanto me; ipotizziamo, presumiamo che Leopardi non lo abbia sentito da nessuna parte, e sia frutto del suo straordinario intendere veggente e della sua conoscenza profonda della lingua francese. L'etimo, è risaputo, deriva da "flane" che in norvegese significa bighellonare senza scopo, ma ciò che mi interessa è sapere come mai Giacomino usa il termine con rara consapevolezza trent'anni prima di Baudelaire. Chi lo sa faccia un passo avanti, di grazia.
giovedì 9 febbraio 2017
commozione
Oggi mi è arrivata la raccolta di poesie di un ragazzo, talmente ben fatta che come l'ho aperta ho letto una decina di testi e mi sono detto: Questa la voglio pubblicare. Senza un dubbio. Mi capita così di rado che quasi mi sono commosso.
uno senza voce
A chi interesserà quello che sono
se sono defilato dalla folla e non richiedo
il plauso o la carezza che asseconda
dal pubblico-padrone? Non credo
verrò mai celebrato se non da generosi
nel difendermi: non uno della massa lui
ma ancora uno dei tanti difettosi
uno senza voce perché fuori dal coro.
se sono defilato dalla folla e non richiedo
il plauso o la carezza che asseconda
dal pubblico-padrone? Non credo
verrò mai celebrato se non da generosi
nel difendermi: non uno della massa lui
ma ancora uno dei tanti difettosi
uno senza voce perché fuori dal coro.
mercoledì 8 febbraio 2017
requiem per un gattino
L’anno passato abbandonarono un micino sulla porta di casa. Era malatino ma dolce, così ho deciso di curarlo mentre gli cercavo una casa. Il micino è guarito ed era bello e vivace quando alla fine se lo è preso un cugino di mio padre per tenerlo in campagna. Oggi il cugino di mio padre mi ha detto che il gattino è morto durante l’ultimo gelo. Così ripubblico, per ricordarlo, queste due poesie che avevo scritto per lui.
1
Un piccolo tutt’ossa nero di sfortuna
mi si stringe alle calcagna
cercando in me il fratello: stipula
un patto famigliare
rifiutando di mangiare se io
sono lontano. È il patto
di un compagno per la vita
santificato nel latte del mattino
che strofina sul mio pollice grato
col musetto che gli sanguina d’amore.
2
Mi stringe in gola il sangue.
Mi sanguina dal cuore.
Ogni tua cellula perduta si fa
goccia che risale. Sale e soffoca
dal cuore ma non passa.
Ristagna e secca
negli occhi senza pianto.
E brilla il mio rimorso.
Inumidisce il canto. Perché ti perdo?
Perché non ti ritrovo?
martedì 7 febbraio 2017
e sono quasi scomparso...
Ho letto oggi della morte di Enzo Mazza, poeta splendido che ho conosciuto, e gliene sono grato, attraverso la tesi di Daniela Gentile a lui dedicata. Chissà quanti ce ne sono di poeti così nel mondo, bravissimi, colti, ma in posizione defilata rispetto al clamore editoriale dei salotti, dei festival e dei premi. Gente che vive dell'amore di pochi toccati dalle loro parole e che poi se li assumono, come testimoni di un passaggio, discreto ma necessario.
Io sempre ti ho voluto un bene
quasi celeste (e il quasi è solo un limite
posto dalla mia fede prima
vacillante, poi spenta). E sono quasi
scomparso, ritiratomi dal mondo
per mia scelta dolente, irreversibile.
Non me ne pento, e mai riprenderei
costumi disusati. Se non ho
toccato la saggezza, poco
m'importa. Vivo come posso
e come devo a te, a me stesso.
Ma il bene viene prima
d'ogni altra cosa: è l'ultimo mio fuoco.
[Enzo Mazza, inedito del 1990]
incontro con vittorino curci
Molta narrativa oggi mi annoia. Leggo 50-70 pagine di un libro e poi lo abbandono per noia. Mi pare che gli scrittori di oggi abbiano, quasi tutti, una carenza di ambizioni nei confronti della parola. Parlano tutti della storia, la storia, o della psicologia dei personaggi, come se la storia o la psicologia fossero le uniche cose che contano in un libro, e si dimenticano o ignorano volutamente la materia, la possibilità che ha la parola di dare, o di ridare, una consistenza tattile al mondo, ruvida o morbida che sia, un volume, una terza dimensione. Poi se glielo dici tutti ti rispondono che questa ricerca nel loro lavoro c'è stata, ma io non la vedo. Le loro storie, i loro personaggi spesso sono bidimensionali, affrettati, basati su una buona intuizione che spesso non viene sviluppata. Te ne accorgi perché i loro mondi non si staccano da loro. La grande letteratura la riconosci dal grado di autonomia di un personaggio dal suo autore, dalla sua capacità di vivere e di muoversi oltre l'autore, di crearsi uno spazio tutto suo dove l'autore è costretto a spingersi anche suo malgrado. Io sono per formazione un poeta, lo capisco quando chi scrive tocca le parole con mano, le modella con cura, ci ritorna sopra di continuo. Ed è un lavoro che può richiedere anche anni. Se leggi Thomas Bernhard, ad esempio, lo senti questo lavoro sulle parole, riconosci questa ambizione, questa grandezza che riesce ad annientarti, che annienta lo stesso Bernhardt, che era stato appunto un poeta... Per questo ultimamente leggo preferibilmente libri di poesia o di saggistica, opere che possano aprirmi nuove direzioni. In questi giorni, ad esempio, sto leggendo Il canone occidentale di Harold Bloom. Leggo quello e poi rileggo Shakespeare, Re Lear, tenendo conto di quanto vi è scritto, ed è per certi versi una lettura nuova e appassionante.
domenica 5 febbraio 2017
the gipsy
“…quando gli ho chiesto di suonare The Gypsy, che è un brano che lo stesso Parker ha suonato una sola volta nella seduta storica e drammatica di Lover Man, Massimo non lo aveva mai sentito. Glielo feci sentire io in studio, una volta sola, e lui l’ha suonato subito dopo ad orecchio, l’ha suonato incerto come quello di Parker, due versioni entusiasmanti. Parker suonò a stento la melodia di The Gypsy perché stava male, la suonò usando appena le note fondamentali del tema, era al minimo delle sue possibilità ed al massimo della sua creatività. Ho tenuto presente quella seduta di Parker. Massimo suonando quel pezzo, ha accettato la sfida e si è messo nella condizione psicologica di Parker. Erano tutti e due in un momento di impedimento: Parker non aveva facoltà mentali giuste in quel momento, Massimo non conosceva il pezzo; entrambi hanno fatto un capolavoro di un brano che non avevano mai suonato.”
[Paolo Piangiarelli]
Da JAZZ FROM ITALY.
paradossi
Facebook che mi suggerisce di chiedere l'amicizia a questo tipo cupo coi capelli verdi che poi scopro essere mio fratello (e in effetti mi ricordo la foto gliela ho fatta io) e mio fratello non dà l'amicizia nemmeno ai suoi stessi amici figurati se la dà a me, che poi io e mio fratello tecnicamente ci vediamo tutti giorni, quindi nemmeno ci serve essere amici.
allarme
Alla faccia della Buona Scuola i nostri studenti non sanno scrivere in italiano. I professori universitari lo scrivono allarmati al Governo. L’Istat dice oggi che in Italia ci sono 3 milioni di lettori in meno. L’Espresso diceva due giorni fa che invece in Italia si registrano 3 milioni di poeti. Mi chiedo: saranno forse gli stessi? A giudicare da quello che ci arriva spesso in redazione fra manoscritti e proposte di collaborazione, sarei quasi propenso al sì.
sabato 4 febbraio 2017
faust
Al terzo libro che compro questa settimana senza potermelo permettere, mi dico basta ed esclamo: Ok, è finita! Questo è l'ultimo che compro quest'anno!
La mia libraia mi risponde: Ci vediamo dopodomani.
carezza
Stamattina, riguardando il mio conto in banca che si assottiglia, pensavo una cosa: che per quanto possa sforzarsi (e non si sforza) l'Editoria tutta non potrà mai restituirmi tutto quello che le ho dato. Intanto la gatta tenta di strapparmi un dito con una unghiata e mi dice: Lillo, è sempre tempo per una carezza. Vale più quella sulla mia testa che uno stupido libro che pende sopra la tua.
venerdì 3 febbraio 2017
incontro con paolo rumiz
Quando ero bambino la maestra mi diceva che scrivevo coi piedi, e questo mi faceva arrabbiare, ma non perché la considerassi una offesa, quanto perché già allora, secondo me, le uniche storie degne di essere raccontate erano quelle legate al cammino. Si deve scrivere coi piedi. Il cammino è narrazione. La narrazione è canto, attraverso il respiro, attraverso il battito del cuore, a come si adegua al paesaggio intorno, al proprio passo. E il canto si fa scrittura attraverso l'oralità, che ha un ritmo tutto suo a seconda del cammino intrapreso. Tanto più è orale la storia tanto più è efficace. Talvolta il piacere del racconto orale è tale che ogni forma di scrittura mi sembra inadeguata. Mi è capitato ad esempio con La cotogna di Istanbul, dove parlavo di una mia storia personale, la morte di una donna amata, ma ogni volta che la raccontavo a voce questa storia cresceva con me, tutti mi chiedevano di scriverla, ma io non sapevo come fare. E alla fine è stato il canto a cercarmi, per fissare la storia sulla carta in versi, in endecasillabi. La poesia è il mezzo di consolazione più efficace mai inventato dall'uomo. Forse perché necessita di una astrazione tale da richiedere una più forte elaborazione del lutto. Le parole pronunciate svelano di sé una energia che la parola muta non ha. Per questo i libri andrebbero letti sempre ad alta voce. Oggi il libro ha bisogno di tornare ad essere il regno della voce. Io e mia moglie, ad esempio, ogni sera leggiamo l'uno all'altra un pezzettino del libro che stiamo leggendo. Mia moglie ascoltandomi si addormenta serena, forse perché ho una voce che si presta bene al sonno.
Riporto qui a memoria alcune cose dette da Paolo Rumiz durante la presentazione di Appia.
appetiti
Aloha, adorato!
Eccomi qui, molto carina e interessante.
Mi piace leggere, cucinare, ascoltare musica.
Mi piace il mare così come l’animale.
Spero dunque di trovare uno sfogo
a questi miei appetiti, a questo vuoto
a questo cieco desiderio d’incontrarti
mio allegro, mio gentile, mio sincero e caro
amico, perché tutto finalmente appaia
perfetto o quasi. Vediamoci presto, dunque
ho bisogno di un uomo a cui credere
ho bisogno di un nuovo amico come te
che curi la mia fame.
Ma se non incontrerò il mio amore
ci sarà sempre un uomo che non torna
sulla strada per la mia felicità.
Ciao, adorato
ti aspetto qui (clicca sul link)
Sweet Alexia
Eccomi qui, molto carina e interessante.
Mi piace leggere, cucinare, ascoltare musica.
Mi piace il mare così come l’animale.
Spero dunque di trovare uno sfogo
a questi miei appetiti, a questo vuoto
a questo cieco desiderio d’incontrarti
mio allegro, mio gentile, mio sincero e caro
amico, perché tutto finalmente appaia
perfetto o quasi. Vediamoci presto, dunque
ho bisogno di un uomo a cui credere
ho bisogno di un nuovo amico come te
che curi la mia fame.
Ma se non incontrerò il mio amore
ci sarà sempre un uomo che non torna
sulla strada per la mia felicità.
Ciao, adorato
ti aspetto qui (clicca sul link)
Sweet Alexia
giovedì 2 febbraio 2017
una carità senza nome
Ciao,
ti tocco oggi come fossi vero
o finché nulla impedisca questo gesto
da parte mia.
Il mio nome è MATHIEU
nato in Francia
ma per ragioni speciali esiliato qui
alla ricerca di un ambiente più sereno
dopo la morte di mio padre JEAN PIERRE.
Il motivo che mi spinge a contattarti è il seguente:
Vorrei passare attraverso il canale
di una carità senza nome
scavata in un letto di pianto
per miglia
dal mio reparto senza uscita al tuo amore.
E soffro di una malattia orfana di compassione:
un inguaribile cancro alla gola
che s’apra, vorrei, a questa tua carità
se l’Utente finale
accetta la mia preghiera.
È un dono in qualche modo che ti chiedo
e ammonta alla somma detraibile
di euro novecento-
settantacinquemilaquattrocento.
Se ti va ora, passato lo stupore
dimmi pure il tuo nome.
Il tuo amico più lontano
Mathieu
ti tocco oggi come fossi vero
o finché nulla impedisca questo gesto
da parte mia.
Il mio nome è MATHIEU
nato in Francia
ma per ragioni speciali esiliato qui
alla ricerca di un ambiente più sereno
dopo la morte di mio padre JEAN PIERRE.
Il motivo che mi spinge a contattarti è il seguente:
Vorrei passare attraverso il canale
di una carità senza nome
scavata in un letto di pianto
per miglia
dal mio reparto senza uscita al tuo amore.
E soffro di una malattia orfana di compassione:
un inguaribile cancro alla gola
che s’apra, vorrei, a questa tua carità
se l’Utente finale
accetta la mia preghiera.
È un dono in qualche modo che ti chiedo
e ammonta alla somma detraibile
di euro novecento-
settantacinquemilaquattrocento.
Se ti va ora, passato lo stupore
dimmi pure il tuo nome.
Il tuo amico più lontano
Mathieu
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