L'anno scorso durante il vertice Cop28 in Arabia Saudita si disse chiaramente che riconvertire le fonti energetiche in chiave meno impattante in termini di inquinamento e surriscaldamento globale sarebbe stato più costoso che pagare i danni ai paesi più colpiti del terzo mondo. Quindi si promise a questi ultimi di pagare loro un indennizzo per tamponare i danni e rallentare il più possibile la loro fine annunciata mentre i paesi ricchi del mondo si prendevano il loro tempo (fino al 2035) per capire come aggiustare le cose, senza rinunciare a nulla del proprio benessere. Che già di per sé era una cosa oscena. Quest'anno, durante il vertice Cop29 in Azerbaigian, con significativa assenza degli Stati Uniti post elezione Trump, hanno cambiato le carte in tavola, dicendo che ai paesi del terzo mondo, invece dei richiesti 1.300 miliardi di dollari all’anno da oggi al 2035, sarebbero stati dati solo 300 miliardi di dollari di indennizzo (la carità) con la possibilità di dilazionare la promessa riconversione energetica ben oltre il 2035 perché le nostre economie sono in difficoltà. Tutto questo detto a paesi che nella maggior parte dei casi sono soggetti a carestie, siccità, inondazioni e disastri climatici, e la cui popolazione, quando emigra verso le nostre terre, o viene mal sopportata o addirittura disprezzata. Roba da vergognarsi di noi, prima di tutto come esseri umani.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
sabato 30 novembre 2024
venerdì 29 novembre 2024
immagini di tbilisi
Ogni violenza è a suo modo terribile, ma le immagini trasmesse al Tg degli scontri in piazza a Tbilisi, per chi come me è cresciuto nell'immagine favolosa e delicatissima che ce ne ha lasciato l'amato Tonino Guerra nei suoi libri, sono una cosa da spezzare il cuore.
mercoledì 27 novembre 2024
monacale
Sono talmente raffreddato che ho il piano della scrivania e il pavimento tutto intorno invasi di clinex umidicci e appollottolati, al punto che se ora entrasse qualcuno nella stanza non crederebbe mai all'immagine di castità monacale con cui spesso mi compiaccio di descrivermi.
cercando sergio garufi
Ieri – per quella strana forza che si chiama destino – un amico che non sentivo da un po’ mi scrive per chiedermi se Sergio Garufi fosse morto. Io preso dal panico scrivo un messaggio a Garufi per chiedergli se sta bene. Garufi mi risponde che sta bene – è solo che gli hanno hackerato il profilo Fb e ora tutti gli scrivono messaggi del tipo “Manchi” oppure “Vorrei che fossi qui” che possono ingannare chi non sa, ma Sergio ha scelto di prendere la palla al balzo e invece di farsi un nuovo profilo ha rinunciato ai social. Così gli ho scritto e lui mi ha annunciato che proprio ieri sono usciti due suoi racconti su due diversi libri che ne attestano la buona salute. Uno sta su un libro sul cinema a Milano. L’altro è dedicato alla figura del filosofo Dario Generali e parla del suo rapporto di amicizia con lui, nato quando Generali divenne suo professore al liceo: uno di quei rapporti – nonostante la differenza d’età – profondi, solidi, antichi, che sembrano usciti da un romanzo di Giorgio Bassani, così inusuali oggi in puro clima di svuotamento e contestazione della figura professorale. Generali, spiega Garufi, non mi ha dato soltanto un metodo di lettura e di analisi che poi ho applicato per tutta la vita nei miei scritti, ma mi ha dato anche dei ricordi che sono legati a dei luoghi, a dei discorsi, a delle canzoni. Così Sergio, legando quel rapporto a un tempo e a una canzone che cantavano spesso nei loro giri in auto, “E ti vengo a cercare” di Battiato, fa un paragone con le modalità di amicizia attuali. Oggi, tramite i social, ci si tiene in contatto istantaneamente col telefono, si sta fermi in un punto, il nostro centro, e si scrive all’altro dal proprio centro richiamandolo a sé, come due fari che si guardano attraverso il mare. Ma una volta, prima dei social e degli smartphone, dice Sergio, se volevi arrivare a qualcuno, nell’incertezza della sua presenza, dovevi per forza andarlo a cercare, chiedere di lui, muoverti verso di lui, anche solo per andare a fischiare sotto la sua finestra, o sedersi su un muretto aspettando che passasse, e quel movimento, la sua intensità e durata, misuravano il tuo affetto, il tuo bisogno dell’altro. Allo stesso modo dello scrivere a/di una persona, che è un po’ come muoversi interiormente verso di lei, fare uno sforzo di memoria per rimettere insieme dei pezzi, dare la misura del proprio affetto attraverso la logica di un discorso in uno spazio che è quello del cuore. E questo perché, conclude Sergio, gli amici e gli scrittori, o gli amori, che più contano nelle nostre vite, non sono soltanto quelli che più frequentiamo, ma soprattutto quelli che, in un modo o nell’altro, non smettiamo mai di cercare.
rimozione
Per una serie di motivi legati alla situazione del Libano in questi mesi, negli ultimi giorni mi è capitato di parlare e voler rivedere un film di qualche anno fa, Valzer con Bashir, molto bello, che parla del massacro di Sabra e Shatila nel 1982. Il regista era all’epoca un soldato di diciott’anni arruolato nell’esercito che partecipò a quell’eccidio e poi ha letteralmente rimosso per vent’anni quanto successo fino a dover fare una serie di interviste ad altri soldati per recuperare quei ricordi e rielaborarli in un film, quindi presentare quest’opera che parla del senso di colpa di chi esegue degli ordini che non capisce, occupa un paese precipitando in un clima di follia e anche quando si rende conto del male che accade, pur non partecipando in prima persona alla strage, sceglie di non vedere, di girare la testa dall’altra parte diventando complice. Credo ci sia voluto molto coraggio e maturità per arrivare a fare un film così che scava nella propria carne. Ma il bello è stato questo, negli ultimi giorni, parlando di questo film con tre diversi amici, tutti e tre pur conoscendo il film hanno avuto un moto di stupore nell’accorgersi che il regista Ari Folman fosse ebreo (credo tuttora residente a Tel Aviv) e nessuno sulle prime ha creduto che un ebreo potesse fare un film così: tutti ricordavano l’opera in sé come atto di denuncia, ma avevano dato per scontato che a farlo fosse stato un avversario dello stato israeliano e non un interno, e così a loro volta avevano rimosso l’identità del regista nello stesso modo in cui lui aveva rimosso per anni il ricordo del suo alter ego in divisa in cui non era più riuscito a riconoscersi.
martedì 26 novembre 2024
immagini del libano
Ci sono tante cose che mi hanno particolarmente colpito nell’incontro dell’altra sera con Elisa Gestri, che fa la fotoreporter a Beirut. Forse l’immagine più forte che mi ha lasciato è quella della speculazione edilizia – puro capitalismo di guerra – che già si sta facendo a Beirut così come a Gaza: intere aree cittadine vengono bombardate a oltranza, anche se non ci vive più nessuno, ma non per odio, quanto per fare piazza pulita in attesa della ricostruzione, mentre a conflitto in corso vengono già lanciati annunci pubblicitari che dicono ad esempio: Vendesi 9 appartamenti sul lungomare a prezzi d’occasione! Così si portano avanti col lavoro. Un’altra immagine riguarda il fatto che i libanesi odiano storicamente i palestinesi quanto gli israeliani, per cui non li riconoscono nemmeno come cittadini, persino se sono nati lì (esattamente come da noi che si rifiuta lo ius soli ai figli degli immigrati che nascono in Italia). Ci si trova così a convivere oggi, in uno stato grande quanto l’Abruzzo, col problema degli sfollati di diverse etnie ognuna delle quali ritiene l’altra responsabile delle proprie sventure secolari creando un clima di tensioni interne difficile da gestire: gli sfollati palestinesi in Libano, ad esempio, non hanno diritto ai letti per cui devono dormire per terra. Su questo clima d’odio c’è chi ci specula. Ecco che gli unici che oggi vanno d’accordo, nel nome del comune odio antiisraeliano, sono Hamas ed Hezbollah, che trovano i soldi per la guerra (santa): nel mercato nero (dove spesso vengono rivenduti medicinali e aiuti umanitari europei che non arrivano mai alla popolazione perché in uno stato corrotto com’è il Libano vengono intercettati prima e rivenduti alla stessa popolazione a peso d’oro); nella prostituzione, nella vendita di organi (!), nella produzione e vendita di droga: e lì noi, mi dispiace dirlo, in quanto consumatori attivi di quel mercato siamo corresponsabili di molte atrocità. Perché qualsiasi stronzo d’Europa che compra droga anche per uso personale, partecipa alla guerra finanziandola in prima persona, poi magari scende in piazza a protestare contro le violenze del potere, ma intanto le finanzia attivamente, grammo per grammo, e nemmeno per aiutare il popolo vessato, ma solo una delle forze militari in campo che sulla guerra ci campa esattamente come tutte le altre. E infatti, una delle poche immagini positive che ci ha raccontato Elisa riguarda una camionetta di Hezbollah arrivata in un paesino del Libano dove i militari Hezbollah sono stati fermati dalla popolazione esausta per la guerra e picchiati a sangue.
domenica 24 novembre 2024
l'epigrafe
Stanotte ho sognato che morivo e mentre mio fratello mi faceva cremare e spargeva le mie ceneri nei campi dietro casa senza nemmeno il funerale, gli amici per rispetto mi prendevano un loculo ma piccolino (tanto era vuoto), sulla cui lapide facevano incidere questa epigrafe: VITANTONIO LILLO-TARI' / NON POTEVA CHE FINIRE COSI', e visto che la scritta prendeva molto spazio, mancavano sia la foto che le date di nascita e di morte. Come soluzione mi piaceva così tanto che non solo (per quanto morto e incenerito) mi sentivo contento, ma vi direi pure, voi che mi leggete, di segnarvelo per quando servirà.
venerdì 22 novembre 2024
la sagra della porchetta di roma
Mentre leggo post di giovani autori indignati che consigliano di boicottare PLPL per le contraddizioni che ogni sala/salone/festival/sagra/rassegna si porta sempre dietro, perché sono eventi che servono a muovere soldi, non libri o idee, ma soldi (ragione per cui, a voler essere integri, bisognerebbe boicottarli tutti), mentre leggo questi post vedo la foto di un mio amico con cui, poco tempo fa, ebbi il coraggio di essere diretto e sincero come raramente sono capace di fare, e gli dissi: “no, le tue poesie sono brutte, secondo me non dovresti pubblicarle” spiegandogli che cosa non andava. Lui allora mi abbracciò, mi disse che avevo ragione, che ero un vero amico per la mia sincerità e che avrebbe seguito i miei consigli e continuato a studiare per migliorarsi, mi disse così poi oggi ho visto una foto in cui pubblicizzava il suo libro, quello stesso libro che aveva fatto leggere a me, pubblicato con un altro editore. Non è nemmeno una colpa la sua, fanno tutti così. Ma proprio per questo credo che ogni forma di boicottaggio, per quanto necessaria, non possa portare a nessun risultato, perché prima di boicottare gli altri bisogna imparare a fare i conti con se stessi e se dici alla maggior parte degli autori: “scegli se essere integro oppure se vuoi vedere il tuo libro alla sagra della porchetta di Roma”, la maggior parte degli autori ti risponderà che vuole essere famosa, anche accontentandosi della porchetta.
mercoledì 20 novembre 2024
voi
Autrice mi chiama al telefono per comunicarmi che sono stato scelto per pubblicare la sua raccolta. – O anche voi siete come tutti gli altri, che dovete fare prima la selezione? – Signora sì, serve prima fare la selezione. – Ma siete tutti uguali voi, ma com’è?! Sempre con questa selezione, la selezione, la selezione… fate la selezione e poi non mi richiamate mai! – Signora, così funziona l’editoria… Lo ha spedito a molti il suo libro? – Sì, io veramente volevo pubblicare con Mondadori o con Sperling & Kupfer, ma non mi hanno risposto quegli…! – (La sento agitarsi, tirare col naso e poi soffiarlo forte al telefono). – Signora, ma sta piangendo? – È che siete così cattivi voi editori, giocate coi sogni delle persone! Ora anche voi fate la selezione! – Ma voi chi, signora? – Voi, voi… voi piccolini!
martedì 19 novembre 2024
il cassetto
A poco più di un anno di distanza vado nel suo cassetto a cercare delle carte che ci servono per la banca, apro per la prima volta il suo portafoglio. In una tasca ci sono due foto: una sua da ragazzo che faceva lo scemo al mare in costume da bagno ed occhiali da sole a goccia, dietro la foto è annotato a penna “quant’è bella giovinezza!”, nell’altra sta serio serio accanto a mia madre che lo tiene al guinzaglio. A parte c’è un mazzo alto così di miei biglietti da visita. Lo sapevo già che quando si fermava a parlare con qualcuno li tirava fuori dicendo: “Lo conosci mio figlio?”. Il bello è stato scoprire che in macchina nascondeva i miei libri. Io lì a cercare di capire come mai non mi tornassero i conti sul numero di copie nei cartoni, e mio padre che pieno di orgoglio li regalava in giro senza dirmi nulla.
lunedì 18 novembre 2024
la finestra
Ci sono interi film che non valgono il finale de Gli anni ruggenti di Luigi Zampa, opera che il regista (più celebre per le commedie con Alberto Sordi che per i suoi film di impegno civile scritti con Brancati) amava particolarmente. All'epoca della sua uscita venne sottovalutato. Il film è un riadattamento italiano di un testo teatrale di Gogol, L'ispettore generale, ambientato nel Suditalia fascista (fra Ostuni e Matera con una toccata ad Alberobello). Il finale della pellicola, però, è originale e tinge tutta l'opera di un senso di mestizia e di poesia.
domenica 17 novembre 2024
da facebook
Ogni giorno su questa povera bacheca leggo stupidaggini del tipo che Trump, almeno lui, non ha mai fatto guerre, per questo è sempre meglio degli altri. Nemmeno Andreotti ha mai fatto guerre, eppure… Eppure Trump vi piace, e allora io penso che forse il problema non è Trump, ma siete voi e i motivi per cui vi piace. Leggo quelli che dicono che appoggiano Trump perché amano la pace e odiano una certa sinistra, e non li capisco, non ha senso per me questo aut aut, la trovo una forma di malattia. Credo che per una persona sana sia normalissimo odiare una certa sinistra così come è impossibile appoggiare uno come Trump, per gli identici principi; e penso che non c’è contraddizione più grande di dire di amare la pace e aspettarsela da un uomo così, uno intimamente convinto che le donne siano esseri inferiori, che i migranti siano esseri inferiori da deportare, che chi ha denaro conta di più di chi non ne ha, che l’ambiente e il mondo siano un ostacolo da abbattere invece di una risorsa da coltivare, che l’ignoranza dei popoli e la menzogna vincono sempre sulla verità, sull’informazione e sulla cultura, per quanto scomode e sgradevoli esse possano essere. L’unica vera contraddizione per me è questa, stare sempre a dire di odiare le menzogne del potere e poi sposare la causa dell’ennesimo re nudo, invece che del bambino che lo sbugiarda senza mezzi termini.
venerdì 15 novembre 2024
la libertà
giovedì 14 novembre 2024
raffaello baldini
C’è un mio amico che mi chiama raramente ma quando succede lo fa per un motivo speciale tipo l’ultima volta che gli era nata una figlia mentre oggi era in fila alla cassa del supermercato e anche se ci pensava già da ieri gli è venuta proprio in quel momento con la gente intorno che vociava questa voglia di dirmi che lo devo proprio leggere l’ultimo libro di Paolo Nori nel quale Nori dice che per lui sicuramente il più grande poeta italiano è stato Raffaello Baldini che non scriveva nemmeno in italiano ma scriveva nel dialetto di Santarcangelo e poi traduceva in italiano e Nori lo ha letto spesso sia in dialetto sia in italiano per se stesso e per gli altri e alla fine ci ha scritto questo libro per dire di questo suo amore e il mio amico allora mi ha mandato la foto di due pagine in particolare in cui Nori riporta e commenta una poesia di Baldini che parla appunto di un amore che non nasce a Venezia o Firenze o a Parigi o a Berlino ma sul vagone del treno un po’ prima di Forlimpopoli ed è questo dice Nori che lo rende davvero grande Baldini e cioè che un amore in Baldini possa nascere sul treno un po’ prima di Forlimpopoli ma con una tale delicatezza che a pensarci è la stessa cosa del mio amico che mi chiama con la voce gonfia di entusiasmo per dirmi devi leggerlo questo libro è bellissimo mentre è in fila alla cassa del supermercato.
il fascismo
mercoledì 13 novembre 2024
alcuni galleggiano
Ho letto che Richard Gere dopo la vittoria di Trump ha lasciato gli USA per trasferirsi in Spagna – un po’ come fecero alcuni artisti americani durante il maccartismo – e trovo in un certo senso squallido leggere commenti ironici su questa scelta legati all’appoggio di Gere alle ONG e a determinate politiche umanitarie indirizzate alla salvezza dei migranti. Per alcuni sembra irreale che possa succedere e altri invece mi paiono quasi provare un piacere perverso nel vedere morire la gente in mare. La prendono come uno scherzo, o come una scocciatura di cui farebbero volentieri a meno. Io la vedo più come la riprova che al di là di qualsiasi negazionismo la scienza è una materia esatta e ci conferma che, al contrario degli esseri umani, gli stronzi galleggiano sull’acqua da qualsiasi parte dell’oceano tu li guardi.
martedì 12 novembre 2024
orgoglio
Ho grande orgoglio per il mio essere meridionale, tranne quando vedo Raffaele Fitto in Tv che va a rappresentarmi in Europa appoggiato dai neonazisti ma con l'animo e la storia del tipico trasformista democristiano, uno che non ha un ideale che non sia se stesso, che non tiene a niente e a nessuno al di fuori di se stesso, uno capace di votare una cosa e domani rimangiarserla dicendo che ha "cambiato idea" per il semplice fatto che non crede in niente oltre il proprio tornaconto, peggio ancora uno che glielo si legge in faccia, nella piega della bocca, che non sa cosa sia la gentilezza di una parola. Uno di quei tipi che qui da noi si dicono "amari". Ecco, io quando vedo Raffaele Fitto in Tv mi vergogno sempre un po' del suo essere meridionale come me, e non perché sia nero o bianco, ma perché quel trasformismo lì che veste così bene non è soltanto suo, l'ha ereditato, e infatti io qui lo respiro ogni giorno in questo nostro Sud dove vivo, che poteva salvarsi da se stesso invece ha scelto di dare fiducia a gentaccia così, e nonostante l'abbia presa in c*lo tante volte non impara mai dai propri errori.
lunedì 11 novembre 2024
natura morta con uccelli
Un amico del mio vicino viene a trovarlo portando con sé una cesta piena di uccelli che ha cacciato. Sono troppi dice, e perciò ha pensato bene di regalarglieli. Il mio vicino, gentilissimo, dice che per lui sono sempre troppi e prova a regalarli a me, ma mi si legge in faccia che non gradisco. Se li vai a comprare costano almeno due euro l'uno, mi dicono per invogliarmi. Così, per evitare imbarazzi, interviene mia madre che ne accetta due, uno per ciascuno dice, così da non offendere nessuno. Prende un tordo e un merlo, che ora se ne stanno abbandonati sul pavimento della mia cucina, uno col petto bianco screziato da tocchetti di marrone, l’altro col becco lungo e le piume grigiastre con qualche riflesso azzurro. E ora chi se li mangia questi, chiede mia madre sapendo che io non li toccherò, quindi toccherà a lei pur essendo ancora troppi per lei sola. Perché se ci pensi gli uccelli a cui si spara sono sempre troppi sulla terra. Così li guardo e continuo a chiedermi che senso abbia per loro essere qui, uccisi non si capisce nemmeno perché, visto che nessuno sembra volerli né vivi né morti, e continuano ad essere passati di mano in mano nella speranza che qualcuno li gradisca.
lettura come lotta
Leggevo stamattina un articolo del Libraio.it in cui si diceva che sempre meno giovani nel Regno Unito leggono libri. Al momento solo il 34% dei bambini e adolescenti intervistati ama leggere nel tempo libero con una predominante di genere femminile. È lo stesso andazzo della popolazione dei giovani lettori in Italia che paradossalmente stanno un poco meglio (39%) almeno finché non arrivano alle medie, poi c’è il crollo. Con l’Italia che, però, continua ad attestarsi agli ultimi posti nella classifica dei lettori europei, insieme alla Romania e all’isola di Cipro (ultimi 3 posti sui 27 stati membri). La differenza è che nel resto d’Europa la percentuale media dei lettori è di circa il 53%, cioè una metà della popolazione legge e l’altra metà no. In Italia si scende al 35% (lettori che hanno letto almeno un libro all’anno). E il 39% (giovani lettori) del 35% (lettori totali) è effettivamente una cifra ridicola. Il dato più interessante però è un altro. Guardando alla mappa del mondo, viene fuori che i paesi dove si legge di più sono tutti in Asia (India, Thailandia, Cina, Filippine) e subito dopo in alcuni paesi dell’Africa. La media del tempo dedicato alla lettura in India, primo paese al mondo per lettori, è di quasi 11 ore a settimana per un totale di un libro letto ogni due settimane, a fronte della media italiana di un libro letto all’anno (più di un libro da noi fa già un “lettore forte”). È interessante per la percezione che si ha di quei paesi come di economie rampanti che presto controlleranno il mondo a fronte della nostra percezione di paesi in declino. In questo senso si potrebbe dire che si legge di meno anche come effetto del decadimento economico e culturale dell’Europa. Ecco così che mentre leggevo i dati continuavo a pensare a “Fahrenheit 451”, alla scena di quegli uomini che imparavano i libri a memoria per non perderli. E ho pensato all’attività della lettura come a una forma di resistenza contro il decadimento dell’Europa. Chi legge resiste, guarda al futuro, chi non legge, chi non trova più il tempo e la motivazione per farlo, è già stato a modo suo battuto, ha già fatto i conti con la storia e ha perso.
domenica 10 novembre 2024
se mi vuoi bene
due campagne d'aiuto
È a suo modo educativo mettere a confronto due diverse campagne di richiesta donazioni per due tragedie umanitarie in corso e vedere come vengono commentate dal pubblico italiano. Nemmeno due mesi fa, a settembre, venne lanciata una campagna a favore del Sudan colpito dal colera oltre che da una feroce guerra civile. I commenti italiani alla campagna sui social andavano da “Chiedeteli a Zelensky” a “Chiedeteli alla Meloni”, altri se la cavavano col solito “Ci abbiamo già i problemi nostri” fino al massimo di “Ora portatelo in Italia, mi raccomando”, sottinteso: il colera. Non ho letto nessuno, non un solo commento che dicesse: “Il mio cuore è con voi”. Oggi ho visto, invece, la campagna per richiesta di aiuti a Gaza. Non un solo commento cattivo, non una battuta sarcastica, più di uno scriveva: “È un anno che vi dedico il mio 5 per mille”, tantissimi i “Coraggio siamo con voi!” e persino qualcuno che scriveva “Speriamo che la vittoria di Trump vi possa aiutare!”, nonostante sia abbastanza evidente che Trump abbia maggiore simpatia per la parte avversaria.
sabato 9 novembre 2024
regalare libri di poesia
Ieri è passato a trovarmi Domenico, che ha fatto qualche anno fa l'alternanza scuola-lavoro con me e adesso studia medicina a Bologna, e un po' per interesse suo un po' perché spero di avergli lasciato qualcosa, continua a frequentare la poesia, ma come mi ha detto ieri si diverte più a leggere quella degli altri che a scriverla e come fa ogni volta che viene a trovarmi mi porta il libro scritto da un altr* che gli è particolarmente piaciuto. E stavolta mi ha portato questo.
venerdì 8 novembre 2024
proiezioni
Ho letto le proiezioni del Washigton Post sul voto americano diviso per razza e sesso e da ciò che vedo non è vera la notizia che girava ieri che la sinistra americana ha fallito ed è stata screditata dai più poveri che si sono rivoltati alla élite dem. Dalle analisi emerge che la maggior parte delle etnie "minori" (soprattutto neri e ispanici, e in particolar modo donne nere e donne ispaniche) che sono andate a votare hanno votato Harris. Semplicemente il voto dei bianchi americani (uomini e donne) che hanno votato e che rappresentano il 60% della popolazione ha schiacciato gli altri favorendo Trump. In sostanza, più che una sconfitta della élite bianca al potere, è stata l'ennesima vittoria della razza bianca sulle altre. Così stanno ancora in America.
pasolini
Ieri mi hanno ricordato che l'anno prossimo sono 50 anni esatti che è morto Pasolini. Dopo l'ubriacatura mistico-commerciale che c'è stata due anni fa per il centenario della nascita, non riesco a immaginarmi cosa ci inventeremo, eppure so per certo che in qualche modo riusciremo ancora a spremere qualche goccia di sangue dalla sua opera e dal suo corpo, forse riusciremo pure a dire, ufficialmente, chi lo ha ucciso e come. Dopo 50 anni di bugie e omertà forse ce la potremmo fare.
giovedì 7 novembre 2024
de andrè
Ieri un tipo su IG che pareva molto contento della vittoria di Trump perché finalmente avrebbe contrastato questo clima d'odio antirusso, anche se poi si scherniva dicendo (e citando il povero De Andrè) che lui è contro il potere tutto, a un certo punto ha fatto fra le righe allusioni a quei fessi tipo me che credono alle bufale sul clima e si fanno l'orto a casa per mangiare vegetariano a km 0 ecc. tutte cose molto inutili che non cambiano di una virgola quello schifo di potere che ci sovrasta, come se già mangiare bene non sia una forma sana di lotta. Leggendolo, però, mi è venuto da pensare che, per quanto io ci parli, davvero non capisco le posizioni di quelli che credono alle scie chimiche e poi mi dicono di non credere al surriscaldamento globale, definendola una bufala, io non capisco perché secondo loro l’uomo ha il potere di iniettare sostanze nell’aria che respiriamo ma non ha potere di influenzare la natura. Ma non è una contraddizione? Ho letto persone convinte che il disastro di Valencia sia stato provocato da inseminazioni di nuvole di pioggia in Marocco, e proprio per questo sostengono che è la prova che non c’è alcun cambiamento climatico in corso, ma è stato solo un “incidente” più o meno casuale (che già detta così, visto quello che è successo, fa abbastanza paura). Ma non è invece la prova che se l’uomo vuole può facilmente modificare il clima, sconvolgerlo e creare disastri ambientali? E che occorre quindi una regolamentazione etica di cosa si può fare o no, e come, e con quali scopi, in natura? Perché, se anche fosse vera la storia del Marocco, tu come ti comporti: vai in Marocco a dirgli di non provare mai più a far piovere sul loro stato, anche se magari hanno una grave siccità in corso? E dall’alto di quale gradino glielo puoi impedire? E sai dove ti mandano quelli in Marocco se provi a dirglielo? E allora che si fa, andiamo avanti con il "Liberi tutti" fino al prossimo incidente, alla prossima Valencia? Perché tanto non è vero niente? A me sembrano tutte cose molto reali di cui discutere, mica fantasie. E il fatto che non si riesca a discuterne pacificamente arrivando a una soluzione condivisa mi pare solo la controprova che il problema è veramente serio.
martedì 5 novembre 2024
certezza
lunedì 4 novembre 2024
l'attrice
domenica 3 novembre 2024
non sono come gli altri
Autrice mi scrive dicendo che cerca un editore e lo vuole rigorosamente NO EAP perché lei è una poetessa vera, lo dice con molta sicurezza, ma soprattutto a voler essere onesti è disoccupata e molto povera, quindi non ha soldi da dare a nessuno. – Allora, dico, sei proprio una poetessa! – Leggo alcune sue poesie, sono tutte d’amore, ma tutte molto classiche, di un classicismo senza tempo. Le chiedo cosa legge in genere. – Non mi piace leggere. Non mi piace la poesia. Dei poeti che ho letto non mi piace nessuno, li ho tutti buttati nel cesso i poeti. – E se non ti piace la poesia, come hai cominciato a scrivere in versi? – Due anni fa ho conosciuto uno e la poesia è sgorgata da sola. – E adesso perché vuoi pubblicare? – Perché quello stronzo mi ha lasciata, e siccome mi ha cacciata di casa ora ho bisogno di un lavoro. – Dici che sei poetessa e non lo sai? Nessuno fa soldi con la poesia. – Per me è diverso. Io mica sono come gli altri. Io sono più brava. – Ah, ci credo. – Mettimi alla prova, tu organizzami i giri e io ti giuro che vado a promuovere il libro dovunque. – A spese mie? Mi sa che faccio prima ad adottarti. – Per me va benissimo anche quello.
sabato 2 novembre 2024
analisi di un profilo
Autore, presumibilmente maschio, fa un esperimento social buono come tanti: crea un profilo IG con una sigla astrusa al posto del nome, mette come foto profilo quello di una bella ragazza dallo sguardo vispo che a me pare fatta con l’AI, poi pubblica una serie di poesie piene di sperimentazioni linguistiche e assonanze ardite (e, devo dire, alcune molto belle) tutte fortemente allusive e riferite al sesso, e per questo prende millemila like da gente che di poesia ne capisce oppure no, ma tutti universalmente dediti alla pratica onanistica. Per riprendere la nota espressione di Bogart nel Falco Maltese, i suoi post sono “della stessa materia di cui sono fatti i sogni” (bagnati). Onde per cui, osservandolo, mi viene da dire che non sia un esperimento molto originale, ma riconferma l’eterna regola tipica del mercato che non esistono la poesia difficile e quella facile, esiste solamente il lettore più o meno gonzo: tanto più è gonzo il lettore, tanto meno sarà schizzinoso verso la poesia: l’importante è prenderlo per i bassi istinti, o come si diceva un tempo per i fondelli. E più sono bassi gli istinti che gli solletichi, più sarà alta la difficoltà della poesia che gli potrai proporre. A scanso di equivoci, da ciò che vedo, vale anche per le femmine.
venerdì 1 novembre 2024
m'à crèsce l'ugghie
Cresciamo l’olio, mia madre mi racconta l’origine di questa espressione ricordando gli anni in cui mio nonno, detto Nanucce Cucuzzidde, aveva il frantoio e i contadini, in un’epoca in cui l’olio era un bene preziosissimo, dopo aver raccolto le olive a mano per giorni e giorni, a volte per mesi, le portavano a macinare e passavano la notte vigili accanto alle macine per vedere nascere l’olio, che la spremitura fosse fatta al meglio, e che il proprietario del frantoio non gli rubasse nemmeno una goccia del prodotto.