Una cosa che ho osservato in questi giorni è che se all'italiano medio dici Costanzo le prime tre cose che gli vengono in mente sono Rino Gaetano, la P2 e la De Filippi, perché sono le uniche cose che conosce bene. L'italiano medio che punta il dito e dice Italietta guardando Costanzo mi sembra un po' come il bue che dice cornuto all'asino. Chissà che italiano si crede di essere nella sua immaginazione, fuori dall'Italia in cui mangia piscia e caca come gli altri.
Poesie, pensieri e fotografie di Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, in arte Antonio Lillo ovvero Antonio Hammett
martedì 28 febbraio 2023
lunedì 27 febbraio 2023
corsi e neri
sabato 25 febbraio 2023
mettere senso
Mia madre mi ha appena ricordato una frase che mi diceva sempre mia nonna preoccupata che a trent’anni non mi fossi ancora sposato: «Mitte sinse, ca l’anne i tine».
timidezza
Ragazza procace, piena di fascino, che seguivo su IG soltanto per i suoi decolté provocanti, perché praticamente gira per casa mezza nuda pure a febbraio, e perché passa metà del tempo a fare storie in cui balla fasciata in pelle lucida strusciandosi contro le amiche nei bagni delle discoteche, mi manda con mio grande stupore dei versi bellissimi, delicati, vibranti. Mi sorprendono. Glielo dico, sono bellissimi, ma perché non li condividi sui social insieme alle foto? Ora che li ho letti, mi accorgo che l’immagine che dai di te è piuttosto povera, non ti rende giustizia. Mi risponde: Hai ragione, Antonio, è che sono timida.
venerdì 24 febbraio 2023
mal di gola
Già ieri non stavo bene, ma stamattina mi sono svegliato col mal di gola e la tosse. La cosa più tremenda è che invece di fare la notte in bianco ho dormito e mentre dormivo ho sognato Gesù che cercava di convincermi a salire in auto con lui e fare lo slalom sull'Orimini. Mi sono venute le vertigini.
giovedì 23 febbraio 2023
mucche
Siamo a un anno dall'inizio della guerra. La Rai lancia spot in TV come se fosse la Giornata della Memoria. Ne parlo irritato con una amica che ne approfitta, al contrario, per rimproverarmi le mie posizioni non abbastanza pacifiste. Sei troppo filo-Nato mi dice. – Le chiedo, per cambiare discorso, che fa nel fine settimana e mi risponde che porta i figli da McDonald's. – Ma come, dico, sei contro la Nato, sei contro la guerra e vai da McDonald's? Hanno gli allevamenti per la carne che sembrano lager! – E lei: Antò, le mucche esistono per essere mangiate. – Ecco un esempio perfetto di come la follia colpisce le persone in punti diversi del cervello, e qualcuno là fuori spera ancora di salvarsi dalla fine del mondo.
se me lo dicevi prima
Confesso che ci ripenso da giorni e mi fa impazzire questa cosa di Berlusconi, che Dahl definirebbe “vecchio porco”, che riesce a fare opposizione, da infiltrato – un piede dentro e uno fuori – al Governo Meloni. Va detto che quando toccò a lui fece guerra alla Libia del suo “amico” Gheddafi in nome della “libertà” come tutti gli altri in Europa, ma poi, da bravo capo del Governo scaricò ogni responsabilità su Napolitano, tanto è vero che poi sperava di prenderne il posto come presidente per far meglio. Non dovrei essere così negativo, lo so. Forse è vero che B., invecchiando, ha imparato dai propri errori, tanto da convincere persino insospettabili che qui mi scrivono che in fondo ha parlato bene, ma da bravo meridionale io sono della vecchia scuola in queste cose, penso sempre che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Per citare una frase usata per i sempiterni Rolling Stones: manderesti mai tua figlia a cena a casa di Berlusconi? Io no. Ma è vero anche che la condotta morale nel privato non c’entra nulla con la politica internazionale. Dico solo che a saperlo prima che la vera opposizione ai fascisti e guerrafondai in Italia l’avrebbe fatta Silvio, ecco a saperlo alle ultime elezioni votavo direttamente Cosa Nostra, invece di arrovellarmi per niente, né avrei perso tutti quegli anni a prendermela con la sinistra che non c’era, o se c’era era lì come una bella immagine da raccontare ai nipotini, edulcorando un poco le parole.
spesso il male politico ho incontrato
Era il Presidente indagato
ma ingerente, e il Populista Qualunquista
ora a capo di un bel Niente, era il comunista
che sghignazza alla cornetta col potente.
Bene non seppi, fuori dello schifo che mi fanno
o del flato che riassume indifferenza.
Ero l'elettore da sondaggio preso nella morsa
della sonnolenza, e l'inguaribile arrabbiato,
ero l'interessato alto levato sullo Stato,
suo rapace, suo cacato...
(2014)
mercoledì 22 febbraio 2023
letteratura e affini
Io so che sono già in là con gli anni, ma pensavo che se un giorno quelli più scafati di me, che si appassionano a discutere per ore di letteratura in tutte le sue sfaccettature, facessero un giorno una o più lezioni sul tema letteratura e trombare, cioè su quali sono le strategie migliori per arrivare a trombare facendo semplicemente letteratura, ecco credo che mi iscriverei e seguirei in silenzio ciò che hanno da dirmi, perché resto umile e ho voglia di imparare.
la parte bella
Poi arriva il giorno in cui realizzi che trovare i soldi per fare i libri diventa più importante che fare i libri, perché a fare i libri senza soldi si finisce nei debiti, né la maggior parte dei libri vende così tanto da giustificare la propria esistenza sul mercato (sul piano artistico è un’altra cosa). Così perdi le giornate fra lavori laterali, bandi e progetti da compilare, preventivi da ottimizzare, e i libri restano lì, sognati, sul tuo PC. Ogni tanto un autore bussa per chiederti quando si farà il suo libro e tu rispondi: – Appena trovo i soldi per farlo. E ti senti un po’ come Michelangelo nel Tormento e l'estasi: – Quando finirai? – Finirò quando avrò finito. – Ben sapendo che questo non porterà alcun reale sollievo, anzi spesso amarezze e delusioni se il libro non verrà ben accolto, e tanto altro lavoro da fare per promuoverlo e venderlo dove la fatica è sempre sproporzionata rispetto al guadagno reale. Io personalmente mi sento di dire che il libro è più bello sognarlo che farlo, covarselo nelle sue infinite possibilità e varianti, anche per mesi, per anni, trovare nuove soluzioni, cambiare punto di vista, riscriverlo da capo se occorre, senza l’ansia di andare in stampa che uccide il gioco. Quella è la parte più bella di tutte, secondo me. Io non farei altro. Provo anche a dirlo, ma questo l’autore, che ha voglia di chiudere i conti con qualcosa, non sempre lo capisce.
piccolezza
Mi è appena venuto in mente che anche se come editore ho detto no a un sacco di autori, solo un paio hanno detto pubblicamente che sono un falso e un pezzo di merda. Considerato quello che leggo in giro su altri editori che conosco, lo prendo come una medaglia di merito. O quello oppure è un'altra prova del fatto che sono così piccolo che non conto un cazzo manco come nemico.
martedì 21 febbraio 2023
sistema
Quel momento in cui leggendo il bando di un premio gratuito (che spesso sono i peggiori) e osservandoti come dall'esterno ti accorgi che la prima cosa che fai è vedere da chi è composta la giuria e quando leggi i nomi ti dici: Non ne conosco nessuno, non ho nessuna possibilità, nemmeno di arrivare in finale, lasciamo perdere, non buttiamo copie inutilmente. E ti accorgi così di essere entrato anche tu nel sistema dei premi.
stabilità
Oggi pensavo a questa circostanza per cui ogni volta che esco di casa e incontro un vicino o mi chiamano per chiedermi come va, la prima cosa che rispondo – perché so a cosa alludono – è: “È stabile”. Ci penso e trovo strana, addirittura buffa, questa sorta di contraddizione per cui la parola che più ripeto in questo periodo, stabilità, è anche quella che più mi manca in assoluto.
lunedì 20 febbraio 2023
humor nero
Oggi pensavo che ci sono centinaia di libri là fuori che sono stati pubblicati e non sono mai stati letti da nessun altro che dal loro editor, o dall’editore se si parla di realtà piccole come la mia. Libri scritti per un lettore soltanto, il lettore-editore, che poi è quello che molti autori ringraziano per primo nell’ultima pagina. Quella che anticipa i necrologi.
domenica 19 febbraio 2023
il dritto
Autore propone il suo corposo manoscritto. Dice di averci contattati perché siamo no eap, ma capendo perfettamente la situazione del mercato editoriale, si offre di compartecipare alle spese di stampa, nella misura di 200 euro, in cambio di 50 copie del libro. Gli faccio notare che se vuol fare una donazione va bene, ma se vuole delle copie in cambio i conti non tornano, se le comprasse con sconto autore 50 copie del libro le pagherebbe assai di più di 200 euro. Eh lo so, mi dice, li conosco bene i trucchi degli editori per fregare gli autori. Non gli fate pagare le spese, ma gli vendete le copie del libro.
i poeti, prima di diventare amici (devono morire)
Che uno è morto
E tu te lo sei perso
Magari era al tuo fianco dall’inizio
E tu manco lo degnavi d’uno sguardo
Poi d’un tratto ha
Finito il turno
E tu nella sua assenza
Ti accorgevi che esisteva. Gli lanciavi
Un ultimo saluto da pentito
Quando il morto
Non poteva più scocciare era tuo amico.
sabato 18 febbraio 2023
ecco una signora recensione...
venerdì 17 febbraio 2023
crescere
Lillo, come vorrei che tu fosse un editore più coraggioso. – In che senso, scusa? – Che la poesia è una posa, la fa chi non ha voglia di diventare grande. Se fossi più coraggioso faresti meno poesia e più romanzi, così ti metti sul mercato e fai vedere cosa vali. Io, ad esempio, c’ho pronto un romanzo che sta aspettando te… Cresci!
pistola
Mi ricordo da sempre, come gelata in un sogno, una poesia di Giampiero Neri in cui un ragazzo per strada puntava una pistola alla nuca. L’ho letta una volta, ancora prima di iniziare a pubblicare, e negli anni mi ha portato fortuna quest’immagine della pistola, lucida e nera, che grava sopra la nuca piegata, esposta nuda alla canna, fissata poco prima del lampo da cui scaturisce il colpo, il nostro prossimo Big Bang.
rubare ai ricchi per dare agli altri
Collega editore mi chiama scherzando per chiedermi se sono disposto a fargli da palo per una rapina in banca, perché i costi di stampa sono diventati così alti che o ti metti a rapinare le banche o non sai più come stampare i libri. Questa cosa di rapinare le banche per pagare le tipografie mi ha ricordato la scena di un film di Nicholas Ray, La vera storia di Jesse in bandito, dove Jesse James per farsi bello come novello Robin Hood con una signora che ha un debito con uno strozzino, le passa 600 dollari frutto di una rapina. La signora prende i soldi grata, coi lucciconi agli occhi, paga lo strozzino, poi Jesse James si apposta fuori di casa e appena lo strozzino è uscito lo rapina e si riprende i soldi che aveva dato alla signora.
se ho capito...
Se ho capito bene come funziona la cosa dopo le riviste sono venuti i blog dopo i blog i social dopo i social le dirette e i podcast adesso stanno ritornando le riviste, più o meno blasonate, che appena da gratuite chiederanno l'abbonamento ridaranno nuovo spazio ai blog. Dove comunque scrivono sempre gli stessi nomi che fanno e disfanno tutto loro. Poi ci sono quelli che scrivono sui giornali, che non li legge quasi più nessuno ma danno maggiore prestigio. Quelli sono su un pianeta a parte, come guardare Marte da Saturno, mentre sulla Terra la vita scorre uguale, con o senza di noi che andiamo a cena sulle stelle.
giovedì 16 febbraio 2023
pettegolezzo
Pettegolezzo raccontatomi da un collega editore il quale usa il metodo del doppio binario, ovvero alcuni autori li fa pagare e altri no, e coi soldi di quelli che fa pagare copre le spese di stampa degli altri su cui sta puntando. Pare che, per puro caso, sia stato contattato e si sia trovato a pubblicare a poca distanza di tempo due autori, ex coppia, dove lui un bel giorno di molti anni prima era uscito di casa con una scusa senza più tornare, mollandola senza mai darle una spiegazione e procurandole una fortissima depressione da cui lei ci ha messo anni a guarire. L’editore, usando il metodo di cui sopra, ha fatto pagare lei, ma non lui. E quando lei, per una indiscrezione di una collaboratrice dell’editore, ha scoperto la cosa, cioè ha realizzato che con ciò che aveva versato all’editore avrebbe implicitamente pagato anche le spese del libro del suo ex, è scoppiata una rissa in redazione dove l’editore, terrorizzato, si è preso una serie di sberle violente per procura che lei non è mai riuscita a dare al suo ex.
voce
Mi sono appena ricordato, come in un flash, che stanotte ho sognato la voce di mio padre com'era qualche anno fa, squillante allegra e rumorosa, ed era così bello riascoltarla nel sogno che mi ci sono chiuso sopra come un'ostrica intorno alla perla. Adesso l'ho di nuovo perduta, mi sfugge di mano esattamente come ieri, ma sono strafelice persino nella perdita, perché ho avuto la certezza, che mi viene dal sogno, che anche se consciamente non sono più in grado di sentirla, nemmeno concentrandomi, da qualche parte dentro di me è rimasta inpigliata una traccia, un suono e quando dormo, sciogliendo qualche nodo, potrà ancora riemergere. Non l'ho dimenticata.
mercoledì 15 febbraio 2023
assoluzione
Rimuginavo sull'assoluzione di Berlusconi oggi, e a come applicarla ai fatti miei. Così che, pensavo, se chiedo all'autore di pagarmi per la stampa di un libro sono un editore scorretto verso la letteratura, però se invece gli chiedo di regalarmi una macchina o una casa o una collanina di diamanti per farsi scegliere, fondamentalmente il reato non sussiste, e quindi caro autore io non ti chiedo soldi per farti il libro, però tu un regalo puoi anche farmelo, e anche in natura direbbe Berlusconi, perché se è data col cuore allora il reato non sussiste, ricorda. Io ci metto le pagine illustrate a colori.
martedì 14 febbraio 2023
consiglio
Ieri, ero fuori, incontro un tipo, mi saluta: Ma tu non sei Vito? Ti ricordi di me? Ti seguo sempre sui social, tu mi fai morire con quei post, mi fanno sckattare dal ridere, senti a me, bro’, devi fare un libro... – Grazie, ma li ho già fatti dei libri. – Devi fare un libro, senti a me, uno con tutte le tue storielle, hai capito? — Va bene, ma l’ho già fatto. – E vedi come si fanno i soldi, dopo! Hai capito a me, Vito? – Io ho capito, ma... – Mé, mo basta, mi arritiro a casa che è tardi. Hai capito a me, Vito?! Sì? Devi fare un libro!
peggio non poteva andare
Ragazza che pubblica su IG la foto di un film e ci scrive sotto: "Stupendooo!" (con tre ooo). Tu allora, da bravo provolone, siccome è carina, vai alla ventura e le scrivi per farle un complimento: "Allora ti assomiglia". Ma quella ti scrive in privato e ti attacca il pippone di tutte le donne che vogliono saperne di più: "Come fai a dirlo?" Nononstante il campanello di allarme che ti suona in testa, approfitti della neonata confidenza e da scemo, restando sul vago, improvvisi a farle l'elenco minuzioso degli elementi cinematograficamente più intensi di ogni film che hai visto applicabili a lei. Il punto è che tu quel suo film in particolare lo hai visto sì ma trent'anni fa, manco più te lo ricordi, ti arrampichi sugli specchi come puoi, senza accorgerti che parla di una inesauribile maniaca sessuale che fra orge e prostituzione alla fine si fa violentare da un superdotato fino a farsi lasciare dal marito perché è pure emotivamente anaffettiva. Insomma, peggio di così non mi poteva andare.
la casa
Ho sognato d’essere una casa, d’essere piantato nelle colonne nei muri, coi topi svelti, e respirare dalle mie prese d’aria trasudando nelle giornate più fredde, stavo nei divani del boudoir nei cuscini leziosi, guardavo di fuori la vista sul paesaggio mozzafiato stando ben proteso nei balconi, ne assorbivo gli odori che risalivano dagli aranceti e dal mare, ed ero nella lingua dell’uomo che guizzava rossa e svelta sul mio letto alto antico ricamato e nella brutta statuina che nuda veniva trasportata nel post coito di stanza in stanza fino ad essere nascosta dallo sguardo, ero nella lingua rossa che spiavo con invidia da un mio buco speciale nel muro, in basso oltre il divano, nel cuscino rosso e spesso su cui poggiava il capo freddo la donna in pietra bianca, ero nel rosso che drappeggiava le pareti, nella carta da parati, ero nel pugno di rabbia o di sconforto che arrivava a colpirmi quando il tipo che viveva dentro me era lasciato solo, ero la casa e il tipo, ero nel cugino prelato che arrivava a benedire il moribondo e si prendeva una sberla destinata a un altro.
la cruda verità
Vado a fare la spesa e come sempre c'è la banconista che mi sfotte per il mio lavoro che non dà pane. – E quante poesie hai scritto, oggi, sentiamo? – Un giorno, le rispondo in un moto di orgoglio, vedrai che si accorgeranno che sono un poeta grandissimo! – Lei allora mi fissa seria e mi fa: Lillo, ma noi questo lo sappiamo già e ti vogliamo bene. È solo che, francamente, non ce ne frega nulla delle poesie...
lunedì 13 febbraio 2023
lui
Io non so come faccia Berlusconi a riaffermare sempre in ogni suo gesto o parola, con un talento più unico che raro da italiano medio che si crede il centro del mondo, che la serietà se non vogliamo parlare di lealtà, non esiste se d’intralcio ai suoi particolari interessi. Così può stare al Governo e fare opposizione interna alla Meloni, screditandola di continuo con le sue pose da subrette bizzosa come farebbe un ragazzino dispettoso, o rivoltare mille volte la frittata in padella prendendo tutti per scemi. Io non ci credo che gli freghi nulla degli ucraini in guerra, così come non gli fregava nulla dei terremotati dell’Aquila su cui ha ampiamente speculato, o delle vittime della mafia di cui la magistratura ha dimostrato più volte è stato complice, così come delle istituzioni, a cui ha spudoratamente mentito più volte, come con il caso di Ruby Rubacuori, nipotina di Mubarak. La Meloni tutte queste cose le sa e infatti è stata sua complice in queste malefatte, le ha addirittura coperte mettendoci la faccia, ma Berlusconi che non ha memoria non è capace nemmeno di quel minimo di riconoscenza o di complicità fra banditi che gli imporrebbero di stare zitto. Adesso però si preoccupa per tutti e le dice cosa avrebbe fatto Lui al suo posto così da farle lezioni di politica e già che c’è dà i suoi consigli disinteressati al presidente americano, di dare un indennizzo in denaro per i danni provocati all’Ucraina coinvolta nei traffici antirussi e lasciarla andare al suo destino. Ovvero come farebbe Lui con una qualsiasi puttana: “Le hai fatto male mentre la scopavi? Pagala e pisciale in faccia”. Che poi è il linguaggio spiccio del potere. Ovviamente, il sottotesto per Biden è: se ci fosse stato Trump al posto tuo, Lui l’avrebbe già fatto.
savoir faire
Stanotte durante una colica, mentre mi rigiravo nel letto incapace di trovare una posizione umana, mi sono messo a scrollare il telefono per distrarre la mente dagli spasmi. Ho beccato un post di Franco Arminio appena pubblicato, erano le 3 o le 4, in cui si lamentava di dolori e ansie che gli impedivavo di dormire, così gli ho scritto un messaggio e poi il dolore si è fatto più forte e mi sono impasticcato per sedarlo. Dopo ho preso sonno ma mentre dormivo mi sono sognato di aver scritto ad Arminio una cosa piagnosissima in cui gli dicevo che gli ero vicino nel dolore e nella contrizione e lui faceva le corna come se gli stessi cantando il requiem. Stamattina nel dubbio, anche un po' imbarazzato, sono andato a controllare e in effetti sì gli avevo scritto, ma una cosa molto molto contenuta. Per fortuna il savoir faire ci salva sempre, pure con le coliche addosso.
domenica 12 febbraio 2023
il salvagente
Devo confessare che professionalmente sono un gran sbolognone. Visto che non riesco e non mi va di pubblicare a oltranza, spesso quando mi mandano dei manoscritti che non sono brutti ma non ho la forza o la voglia di fare, dirotto gli autori verso altri editori. Li consiglio pure quando posso: guardi lei è perfetto per Samuele Editore, o Musicaos, c’è Terra d’Ulivi, c’è Fallone, Pièdimosca, madò ma ha scritto a Marco Saya, e a Interno Poesia, ecc. ecc.? Così, come se lanciassi un salvagente, mi salvo dallo scrupolo di non poterli aiutare e non gli tolgo la speranza di pubblicare, cosa che peraltro si meritano, ma se aspettano me stanno freschi. Poi stamattina mi chiama uno che vuole sapere come va la sua proposta e io come al solito provo a sbolognarlo a un altro, cioè a Interno Poesia. – Ma come, mi risponde quello piccato, non ha letto il post? Non è informato? Interno Poesia non accetta più manoscritti! L’ha scritto Andrea Cati su FB. – Che c’entra, faccio, pure io l’ho scritto che non accetto manoscritti, eppure me li mandano uguale. Anche lei, con me, non si è preoccupato di questo. – Ah sì, dove l’ha scritto? – È finita che ho scoperto che questo legge tutti i giorni i post di Interno Poesia (a cui sogna di arrivare) ma non sapeva manco che Pietre Vive ha una pagina FB. Insomma, il salvagente in questo caso ero proprio io.
lettera ad un brutto mondo
Stamattina incuriosito ho visto la lettura della lettera di Zelensky a Sanremo che tanto indignava alcuni, ma mi è sembrata francamente molto rumore per nulla, un po' retorica, ma la retorica e Sanremo sono un tutt'uno. Tanto è vero che quando su quel palco sale qualcuno che è uscito fuori dal sistema mentale della retorica, fosse anche perché è vecchio e se ne fotte, come Gino Paoli allegramente bevuto o la Vanoni, si sente puzza di vero ed è a tratti ingestibile, altro che la letterina. Ascoltandola, però, mi sono chiesto come andranno adesso le trattative fra Russia e Ucraina visto che il mediatore, Erdogan, è impegnato su altri fronti. Ho letto che da ieri in Turchia sono cominciate le purghe dei costruttori dei palazzi crollati col sisma. Più di cento arresti in un giorno. Alcuni di loro saranno stati inetti (esattamente come sono in Italia), altri andranno in galera senza colpe vista l'entità del disastro, ma serve qualcuno da usare come capro espiatorio per lasciar sfogare la rabbia sociale, ed Erdogan è uno dall'arresto facile, vedi la brutta fine che hanno fatto oppositori e giornalisti. A proposito. Ma saranno ancora vivi? O quelli che erano in galera, impossibilitati a fuggire, saranno tutti morti e sepolti sotto le macerie? Che brutto mondo mi dico. Dove si susseguono senza soste pandemie, terremoti, guerre, dittature, ci sono capi di stato che fanno più paura che bene, e noi quasi non abbiamo scelta, dobbiamo affidare le nostre vite a loro. E anche se non ci affidassimo a loro non sono sicuro che faremmo di meglio.
sabato 11 febbraio 2023
essere tu il sogno
Sono andato in pescheria nel momento sbagliato, cioè mentre stavano abrustolendo del pesce, e ne sono uscito che mi ero trasformato in uno sgombro profumato alto 1.73. Infatti nel tragitto fino a casa tutti i gatti che dormono dietro l'ufficio postale hanno cominciato a seguirmi su via Alberobello che sembravo il pifferaio di Hamelin. Da qualche parte doveva pur cominciare la mia trasformazione nel sogno di qualcuno. Possiamo dire che è cominciata da qui.
tre uomini e una donna
venerdì 10 febbraio 2023
pastiche
Io non sono editore. Io non sono che un infimo
impresario che prende
il tuo libro e lo vende. Poi piange.
Non vedi? Non ho che lacrime da offrire al Mercato.
Il tuo libro non vende abbastanza: sì e no cento copie.
Non basta nemmeno a ripagarne la spese.
E se prima del macero nessuno lo legge
un albero è stato abbattuto per niente.
Non ti senti lo scrupolo in corpo?
Un albero abbattuto per niente!
Come faremo a sbarcare il lunario?
Perché tu mi dici: editore?
Perché io ti dico: poeta?
Cos’è che mi spinge a remare controcorrente
se non ho nemmeno una prova
che ciò che tu scrivi rimane alla storia?
(Pietà di noi mi prende: infinita pena e angoscia
di chi sempre dispera del futuro
e di un’altra… chi osa dire un’altra storia?)
Oggi io penso di morire. Tu questo lo scrivi.
Ma mi accompagni alla porta
e mi lasci da solo ad uscire. Da solo a finire
il lavoro.
le patate
Poco fa un povero inglese in vacanza è scivolato sul corso. Lo ha soccorso Dudduzzo. L'inglese si è rotto la testa e le patate che aveva comprato con molto romanticismo al mercato sono rotolate giù per il corso. Lo abbiamo sollevato e portato nel bar dove ha tamponato la ferita con del ghiaccio. E siccome non è nemmeno il primo che cade, mi è venuto da pensare che forse quello del corso è un problema da risolvere prima ancora di quello dell'invasione turistica. L'ho anche detto, ma uno mi ha rimbrottato che in questo caso la colpa era dell'inglese che portava (sul corso!) delle scarpe eleganti con la suola liscia, e lo sanno tutti in paese che sulle chianche si scivola! Se invece delle scarpe eleganti si metteva della scarpe "a cristiano", ovvero di importazione asiatica con la suola in gomma, certamente non scivolava e le patate invece di cazzarle col culo a quest'ora se le stava mangiando.
sovrapposizioni
Ho
visto la foto di Zelensky fra i capi di Stato a Bruxelles e per la
prima volta dall'inizio del conflitto mi sono reso conto che è un tappo.
Mi ha ricordato la foto di mio padre coi colleghi quando è andato in
pensione, dove anche se era il festeggiato e stava al centro, restava il
più basso di tutti. Gliel'ho pure detto a mio padre che si è
innervosito. Se è un tappo che sta in mezzo ai porci, mi ha detto,
allora è un porco come Berlusconi. Né posso ribattere
perché mio padre li odia senza cedimenti, e li chiama tutti così,
porci, con una rabbia nella voce che grida odio e vendetta, perché se
avesse ancora forza nelle mani li scannerebbe tutti, uno per uno, come
quando faceva il macellaio.
mercoledì 8 febbraio 2023
lusso
Stamattina con il freddo da neve e tutto il paese ritornato a una dimensione più vivibile e civile nel parcheggio finalmente vuoto mi sono persino permesso il lusso di mollare un rutto a cielo aperto. Ha riecheggiato.
martedì 7 febbraio 2023
tutto tranne
Libreria che mi contatta e mi propone di mandargli alcuni libri per un evento che stanno organizzando. – Ci sono dei titoli che preferite? – Tutto ciò che non è poesia per noi va benissimo. – Apposto.
snobismo
Io quest'anno boicotterò Sanremo, come del resto lo boicotto tutti gli anni almeno quanto boicotto il campionato di calcio e il festacchione di Capodanno, perché fondamentalmente non me ne frega un cacchio. Anche se resto umile nel mio snobismo e forse Gino Paoli lo vedo.
lunedì 6 febbraio 2023
la protesta
Certi giorni mi piacerebbe anch’io d’esserci dentro, nel dibattito in corso, e non sullo sfondo a fare scena come clown o comparsa, o stretto con gli altri nel coro. A grattare alla porta per farci aprire dal retro, puttane. Servirebbe una protesta, ma senza sindacato, che sono buoni a niente, quelli. Ah, se tutti proprio tutti noi coglioni restassimo zitti solo cinque minuti, diceva il vecchio Baldini. Il nostro silenzio sarebbe una roba di quelle, come un boato fortissimo che ti metti paura. Una protesta fatta bene, alla maniera delle mogli, quando per avvisarti del pericolo la prima cosa che facevano era tagliarti il saluto.
sabato 4 febbraio 2023
comicità
questo paese
venerdì 3 febbraio 2023
dentista
Pure il dentista ormai mi percula: "Gentile editore, noto dall'ultimo video che hai bisogno di una pulizia dei denti, mi tengo libero per te mercoledì ore 15.30".
biglietto di auguri
Stanotte ho sognato di rivedere una ragazza anoressica che incontrai alcuni anni fa e che voleva propormi un libro di cui non si fece nulla. La ragazza mi disse una cosa che mi rimase impressa: "Ognuno applica alla propria famiglia la violenza che può." Mi rimase dentro perché guardavo all'anoressia come una malattia o una forma di non accettazione di sé, e invece detta così sembrava più una vendetta, sentimento che poi ho ritrovato e mi si è chiarito leggendo La vegetariana di Han Kang. Chissà se la ragazza aveva da raccontarmi una storia simile. Nel sogno la incontravo in libreria, dove mi raccontava la storia di uno scrittore orientale che aveva avuto un momento di grande successo pubblicando un best seller e poi aveva scelto di limitarsi a scrivere messaggi di auguri per il compleanno degli amici. Me lo raccontava a fil di voce e in maniera così ambigua che non capivo se volesse che le regalassi il libro oppure un biglietto di auguri soltanto per lei.
giovedì 2 febbraio 2023
amore
Attrice televisiva strabellissima e con più di vent'anni meno di me mi manda le sue malinconiche poesie d'amore, frutto di una relazione finita a schiaffi, e nella email di presentazione mi dice: Ora come ora ho bisogno di sincerità e di essere amata per ciò che sono. Le scrivo: Sinceramente le tue poesie non mi sono piaciute, però sento di poterti amare. Nel caso questo è il mio numero. Chiamami.
stupidità
Stamattina pensavo a quanto tutti si lamentano del fatto che non sei abbastanza sui giornali, che non c’è una distribuzione adeguata, che non vai a questo o quel festival, che nessuno ti conosce come meriti. A me devo dire importa poco di finire sui giornali: mi ricorderò sempre quando telefonai a Leogrande su consiglio di Minervini per lanciare il bando di un concorso di scrittura sociale sullo Straniero diretto da Fofi, e Leogrande, che all’epoca ne era il vicedirettore, si vergognava quasi a chiederci 450 euro + iva per la pagina. Per me quella rimane ancora l’immagine più viva del giornalismo culturale di oggi: uno che pure ha dei principi, come Leogrande, che deve chiederti 500 euro per mezza pagina di pubblicità a un concorso gratuito, se no la rivista chiude (come poi successe). E mi domando perché in questo mondo editoriale che vive sullo scambio di denaro come ogni altro mondo, tutti possono chiedere soldi per tutto a testa alta (i festival, i saloni, i giornali, i tipografi, gli uffici stampa, i distributori, magazzini e corrieri, i premi, le scuole di scrittura), meno gli editori. E più vado e più mi chiedo come ho fatto ad essere talmente stupido che in un ambito “culturale” dove i soldi girano come in tutti gli altri, forse con più ipocrisia, io sono riuscito a infilarmi nell’unico ruolo sempre moralmente in discussione quando chiede pecunia. Mi sembra ogni volta, giuro, di essermi preso per il culo da solo. Ma poi, per tornare alle prime righe, mi chiedo: e se comunque siamo poco visibili, tutti quelli che ci scrivono per proporre il loro lavoro, come cacchio ci trovano? Scende lo spirito santo a mostrargli la luce sulla via di Damasco? Posso vederla anche io un po’ di quella luce?